DAGLI INSULTI E LE PIETRE AGLI APPLAUSI E I FIORI DI TARANTO A NAVE CARABINIERE
«Se muoio per altri cento, rinasco altre cento volte: Dio è con me e io non ho paura!»
(Salvo D’Acquisto)
Salvo Rosario Antonio D’Acquisto nacque a Napoli il 15 ottobre 1920 e morì a Palidoro il 23 settembre 1943. Era un vicebrigadiere dell’Arma dei Carabinieri, insignito di Medaglia d’oro al valor militare per essersi sacrificato il 23 settembre 1943 per salvare un gruppo di civili durante un rastrellamento delle truppe naziste nel corso della seconda guerra mondiale.
Le testimonianze sulla morte sono da ritrovarsi sullo scritto a lui dedicato in occasione del riconoscimento insignito e conferitogli dopo la morte.
«Esempio luminoso d’altruismo, spinto fino alla suprema rinuncia della vita, sul luogo stesso del supplizio, dove, per barbara rappresaglia, era stato condotto dalle orde naziste insieme con 22 ostaggi civili del territorio della sua stazione, pure essi innocenti, non esitava a dichiararsi unico responsabile di un presunto attentato contro le forze armate tedesche. Affrontava così, da solo, impavido la morte, imponendosi al rispetto dei suoi stessi carnefici e scrivendo una nuova pagina indelebile di purissimo eroismo nella storia gloriosa dell’Arma».
Torre di Palidoro (Roma), 23 settembre 1943 (conferita dal Luogotenente Generale del Regno, con Decreto “Motu Proprio” del 25 febbraio 1945).
La Marina Militare, prima con una fregata varata nel Giugno del 1965 e poi con una moderna nel 2014, ha voluto omaggiare l’eroe nominando ambedue le navi col nome di Carabiniere.
Dalla storia alla cronaca ci vuole un attimo, quando a trionfare (se così si può dire) è l’imbecillità. Giorno 16 marzo 2022, la nuova Carabiniere, di ritorno da un lungo periodo in mare, stava attraversando il canale navigabile di Taranto. Solitamente, i passaggi delle navi, sono salutati, dai tarantini, con applausi e lanci di fiori. Invece, quel pomeriggio, sono partiti insulti e lancio di pietre da parte di un gruppo di individui che mostravano uno striscione con la scritta: “La guerra la stiamo già pagando: chi con la vita, chi con la fame. No Nato! No Putin!”. Il peggio è arrivato quando questi pseudo manifestanti hanno urlato “assassini, assassini” e “vergogna” ai militari, mentre la nave entrava in Mar Piccolo, per poi ormeggiarsi in Arsenale, per essere sottoposta a lavori di routine. Ai tempi dei social, tutto diventa live immediatamente e il video, che mostra la protesta, è stato condiviso su varie pagine di Facebook ed ha inondato le chat di whats app, diventando virale con le molteplici condivisioni e relativi commenti. Se c’era bisogno, specie in questo momento, i loro atti sconsiderati hanno invece scaturito la rabbia dei cittadini di Taranto e non solo, che hanno voluto scusarsi con i marinai per l’accaduto. Quindi, effetto boomerang.
Tantissimi, fra politici e istituzioni varie, hanno espresso riconoscenza e solidarietà a tutte le donne e gli uomini delle nostre Forze Armate. Evidentemente, in questo momento, al quanto delicato, serviva un accorato slancio di stima e affetto verso chi indossa la divisa.