Taranto – Amat, Ugl: “Dipendenti con patologie serie. Oltre al danno della salute ricevono la beffa della retribuzione ridotta”
TARANTO – Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del segretario provinciale di UGL, Andrea Basile:
“Negli ultimi tempi, nell’Azienda AMAT, si assiste al collocamento in aspettativa del personale divenuto inidoneo allo svolgimento delle mansioni proprie, per effetto dell’applicazione dell’accordo aziendale del 10 Febbraio 2009; in sintesi tale accordo prevede che qualora il personale in forza, con meno di 20 anni di servizio, sia colpito temporaneamente da infermità o patologia che non gli consente di espletare le mansioni proprie della propria qualifica professionale, venga collocato in aspettativa con retribuzione ridotta al 50% o ai due terzi se con più di due carichi di famiglia, per periodi ciclici di 15 giorni a rotazione, il tutto si verifica se si superano le 4 (quattro) postazioni riservate dal citato accordo al personale in questione, ad oggi siamo a 5/6 unità di personale inidoneo temporaneamente, eccedenza alquanto esigua per i motivi di seguito riportati. La collocazione in posti disponibili di detto personale viene preclusa da quella, che in qualità di Segretario Provinciale ritengo una vera ingiustizia sociale, come immaginare Robin Hood, che invece di togliere ai ricchi per dare ai poveri, fa esattamente il contrario; è quanto accade in AMAT dove chi è colpito da patologia viene mandato a casa con retribuzione ridotta, nonostante vi siano postazioni vacanti, ma purtroppo non utilizzabili in quanto si preferisce ad esempio elargire 360 (trecentosessanta) ore mensili di straordinario per la copertura di due postazioni vacanti presso i capolinea, per un totale di € 3.800 (tremilaottocento) circa mensili e € 45.000 (quarantacinquemila) circa annuali, considerato la paga oraria media di un autoferrotranviere; a queste scelte si aggiunge che il personale AMAT che dovrebbe verificare che gli utenti paghino regolarmente il titolo di viaggio per usufruire del mezzo pubblico, subisce una drastica riduzione, nonostante due lavoratori con patologia temporanea, avevano i titoli abilitativi per svolgere tale attività, ma non sono stati utilizzati. Dulcis in fundo personale idoneo alla guida, nonostante la lamentata carenza organica di autisti, viene collocato in postazioni che potrebbero invece garantire la giornata lavorativa a chi è affetto da patologia che non gli consente di guidare. A nulla sono valse le mie richieste di procedere, nelle more di una approfondita discussione, alla collocazione del personale in questione per non creare danni economici alle famiglie dei lavoratori, richiesta che poteva trovare applicazione, considerato che quando vuole la cara AMAT iniziative ad personam, avvallate dalla discrezionalità, sa perfettamente come prenderle. Alla luce di quanto esposto nasce spontanea una domanda che meriterebbe una risposta dal socio unico, cioè il Comune di Taranto e dall’assessore alle partecipate: “E’ normale che un’azienda finanziata con soldi pubblici, essendoci fra l’altro la possibilità di collocazione del personale temporaneamente inidoneo, possa decidere a chi elargire di più economicamente e a chi debba invece ricevere una beffa oltre che il danno della salute?”; ai cittadini l’ardua sentenza. “