Taranto – Ilva, accordo raggiunto: è rottura con l’elettorato tarantino del M5S?
TARANTO – Raggiunta l’intesa tra i sindacati e la nuova proprietà Ilva, con soddisfazione del ministro dello Sviluppo Economico Di Maio, che all’uscita dal MISE ha commentato “il miglior risultato possibile nelle peggiori condizioni. Dopo una lunga notte si è arrivati all’accordo definitivo. Abbiamo raggiunto questo obiettivo anche come governo dopo 3 mesi e 6 anni di inconcludenze. (…) L’amministrazione straordinaria che continuerà ad esistere, sarà il poliziotto ambientale dell’Ilva, il controllore irreprensibile che avrà il fiato sul collo sugli impegni che ha preso Arcelor Mittal con lo Stato italiano e la cittadinanza di Taranto (…) Abbiamo introdotto delle migliorie al piano ambientale che prevedono dei termini intermedi di realizzazione di alcuni interventi e quei termini riguardano anche il passaggio da 6 a 8 milioni di tonnellate nella produzione che non sarà automatico, ma che passerà per una certificazione da presentare al Ministero dell’ambiente in cui bisognerà dimostrare che non si aumenta il livello di emissioni. Abbiamo aumentato il numero dei controlli, abbiamo aumentato le garanzie occupazionali e il numero di occupati.”
Il ministro Di Maio ha poi ricevuto i complimenti del presidente del consiglio Giuseppe Conte: “Di Maio ha fatto un lavoro veramente egregio, è stato molto sapiente il percorso che abbiamo costruito, abbiamo acquisito il parere dell’Anac e dell’Avvocatura dello Stato, sono emerse irregolarità evidenti, ma l’annullamento della gara non è così semplice. Non basta un vizio formale occorre dimostrare che attraverso quell’annullamento si realizza meglio l’interesse pubblico. I dati che sono stati” resi noti “sono di assoluta eccellenza.”
L’accordo di ieri verrà sottoposto ai lavoratori Ilva di Taranto, che dovranno esprimersi attraverso un referendum, il cui voto si concluderà il 13 settembre per consentire alla nuova proprietà di subentrare il 15 settembre, data in cui scadrà l’amministrazione straordinaria. L’ex ministro Calenda ha definito la posizione di Di Maio una retromarcia, dichiarazione su cui il vice premier non si è però espresso.
Malcontento e rabbia, invece, di buona parte della cittadinanza tarantina che si è sentita tradita dal Governo e che vedeva e vede ancora la chiusura dello stabilimento Ilva, come unica soluzione possibile ed auspicabile: la fiducia dell’elettorato tarantino al M5S, che risiedeva nella promessa della chiusura delle fonti inquinanti e nella riconversione – come annunciato peraltro nel contratto di governo – è stata disillusa ieri mattina, al raggiungimento di un accordo che seppure sembra soddisfare le aspettative di alcune delle sigle sindacali, non ha – secondo l’elettorato dei 5 stelle – risposto adeguatamente ai problemi sanitari e ambientali vissuti dalla città da 60 anni.
Associazioni e cittadini, dalle 18 di ieri pomeriggio e fino alle ore 18 di oggi, sono in piazza della Vittoria per un sit-in contro Ilva, organizzato diversi giorni fa e coinciso fatalmente con la notizia di ieri dell’accordo formale al MISE. Contestata durante il sit-in, l’onorevole grillina Rosalba De Giorgi, presente in piazza, che è stata poi scortata dalle forze dell’ordine.
Intanto, lo sciopero generale Ilva, indetto per la data dell’11 settembre è stato revocato. Il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci ha dichiarato: “Alla fine ha prevalso il buon senso in tutti, la politica strumentale ha fatto un passo indietro. Resta il rammarico per l’assoluto mancato coinvolgimento da parte del Governo e per l’inutile surplus di tempo e risorse pubbliche impegnati. Quello che chi ha azzardato strampalate teorie dovrà ora giustificare al proprio corpo elettorale non è affar mio, Taranto può finalmente guardare al futuro con maggiore fiducia, anche se tanto c’è ancora da fare in termini di bonifiche, tutela della salute e diversificazione produttiva. Attendiamo il testo definitivo del presunto accordo prima di rilasciare altri commenti nel merito, specie con riguardo al nostro indotto, ma in generale mi sembra di comprendere che in molti aspetti, al netto di qualche numero, sia figlio della piattaforma che già avevamo contribuito ad allestire con il precedente Ministro. Archiviata la mera vertenza occupazionale, dopo il 15 settembre avvieremo il nostro locale e formale confronto con la nuova proprietà, sugli altri temi di interesse per la cittadinanza.”
Il ministro Di Maio, durante l’intervista rilasciata nella mattina di ieri, ha dichiarato inoltre che i lavoratori verranno assunti con l’Art 18, che la gestione degli esuberi – con l’esodo volontario e riassunzione per quei lavoratori che non accettino l’esodo e non trovano ricollocazione differente – era la soluzione più auspicabile, considerando che la gara non poteva essere annullata e che, nell’ipotesi di ricorso al Tar di Arcelor Mittal, la proprietà sarebbe subentrata in Ilva ugualmente, ma senza un accordo sindacale come quello strappato in trattativa alla nuova proprietà.
10.700 i lavoratori assunti da Arcelor Mittal (a questo link l’articolo completo) che nel pomeriggio di ieri, attraverso un comunicato stampa ha espresso soddisfazione: “L’accordo raggiunto con i sindacati di Ilva soddisfa i due principali obiettivi che ci eravamo prefissati all’inizio dei negoziati: trovare una soluzione accettabile per ogni dipendente dell’azienda e raggiungere un accordo che rifletta la realtà economica di Ilva e che sia in grado di fornire una solida base per un futuro sostenibile. Desidero ringraziare il Ministro Di Maio per il suo sostegno e la sua guida durante le discussioni. I nostri ringraziamenti vanno anche ai rappresentanti sindacali con i quali ci siamo confrontati durante queste discussioni. Sono stakeholder fondamentali e siamo assolutamente desiderosi di continuare con loro un dialogo positivo e costruttivo in futuro” mentre Aditya Mittal, presidente del gruppo, ha espresso la volontà di rilanciare l’azienda: “Abbiamo ora davanti a noi un percorso chiaro che ci porterà verso la chiusura dell’operazione e l’avvio dell’importante lavoro di rilancio di Ilva. Non vediamo l’ora di iniziare il prima possibile perché l’azienda richiede investimenti urgenti per affrontare le sfide ambientali e operative. Una volta acquisita formalmente la proprietà di Ilva, la nostra priorità sarà garantire la stabilità operativa e iniziare anche a implementare i nostri importanti programmi di investimento da 2,4 miliardi di euro. Questi includono sia il piano ambientale che quello industriale che sono stati ulteriormente rafforzati nel corso delle discussioni che abbiamo avuto con l’accelerazione dei progetti chiave. Ilva rappresenta un’importante opportunità strategica per ArcelorMittal. Ci impegniamo a garantirne il successo e siamo convinti che sotto la nostra gestione possa avere un grande futuro, fornire un contributo importante alle comunità in cui opera e, ancora una volta, essere riconosciuta come un player competitivo e un leader nel settore siderurgico europeo”
Di Maio si è detto intenzionato a venire in visita nel capoluogo ionico, parlando di una legge speciale per Taranto, che la rilanci sul piano economico. Tante le contraddizioni di un accordo che si è raggiunto senza dare il giusto focus al problema del disastro ambientale, dell’emergenza sanitaria, delle condizioni della cittadinanza che vive nelle vicinanze del polo siderurgico e soprattutto, della norma sull’immunità penale, che non è stata abrogata e resta dunque garantita ad Arcelor Mittal.
(Photo Credit – Cinzia Amorosino)