Taranto – E’ tarantina l’esperta di carte di credito clonate. In manette lei e un’altra persona
E’ una donna di 49 anni di Taranto, accusata insieme ad altre due persone di avere manomesso un bancomat della Cassa di risparmio di Volterra nel settembre 2015 e per questo sono stati arrestati dalla polizia. L’indagine del commissariato di Volterra ha avuto iniziato quando una donna si è recata al bancomat dell’agenzia di Livorno per effettuare un prelievo. Dopo mesi la svolta.
I fatti. La cliente digita il codice segreto, quindi si mette in attesa del denaro che però non esce. La signora inizia a preoccuparsi e fa intervenire un’amica, inutilmente perchè il bancomat è nel frattempo entrato in modalità “fuori servizio”. Alla donna non resta che rassegnarsi e, pensando ad un semplice malfunzionamento, recarsi il giorno seguente in banca per rilasciare una dichiarazione su quanto accaduto. Due giorni dopo ecco che si ripresenta la medesima storia: un uomo si avvicina al bancomat per prelevare, inserisce la tessera, digita il Pin, il denaro non esce. Bancomat di nuovo bloccato. E quando si presenta il terzo identico caso, l’Ispettorato della Crv coinvolge il commissariato che avvia immediatamente le indagini. Dall’esame dei fotogrammi di sorveglianza balza agli occhi la presenza – in tutti e tre i casi – di un uomo che, pochi minuti prima dei prelievi “andati a vuoto”, armeggia intorno al bancomat per alcuni secondi, fingendo un prelievo per non destare sospetti nei passanti. E proprio questa stessa persona viene poi osservata mentre torna al bancomat dopo che il cliente della mancata erogazione si è allontanato. Prende campo l’ipotesi della cosiddetta “forchetta”, ovvero uno stratagemma finalizzato ad intercettare e trattenere il denaro. Questa tecnica – detta anche “cash trapping” – consiste nel posizionare un piccolo manufatto metallico (detto appunto “forchetta” per la sua particolare forma che un po’ la ricorda) all’interno della feritoia da dove escono le banconote, che intrappola il denaro nel momento in cui il bancomat lo fa uscire. Di conseguenza per il bancomat il denaro è regolarmente erogato, ma dalla feritoia non esce niente: il cliente pensa ad un probabile malfunzionamento dell’apparecchio e dopo un po’ si allontana. Solitamente lo sportello automatico percepisce comunque un’anomalia ed entra in modalità “fuori servizio”, ma non può evitare che il malfattore ritorni al bancomat e rimuova la “forchetta” con i soldi bloccativi. Nel frattempo, il 2 novembre 2015 viene segnalata un’altra “mancata erogazione” di denaro dal medesimo sportello bancomat livornese, mentre quattro giorni dopo è la volta di quello della filiale di Bientina. Alla fine, grazie anche alle immagini delle telecamere dei bancomat, sono stati identificati due uomini ed una donna, i primi due di origine romena (di 59 anni e di 43 anni), la seconda , tarantina di 49 anni). In questo mese di maggio, a conclusione delle indagini, il Gip di Livorno ha disposto per i tre la custodia cautelare, provvedimento che non è stato difficile notificare a due di loro dalla Squadra Mobile della Questura di Taranto poichè la donna ed uno dei due romeni già si trovavano sotto provvedimenti restrittivi nella città pugliese: lei agli arresti domiciliari, lui direttamente in carcere. Entrambi per altri furti perpetrati ancora con la manomissione di sportelli bancomat. Ancora latitante è invece l’altro romeno.