Unioni Civili. “Mio padre mi ha detto – Ma allora? Potrò portarti io all’altare?-“
“Ho sempre odiato scrivere post visti e rivisti- scrive sulla sua bacheca di Facebook Kevin, un 23enne di Bergamo- ma sentire mio Padre dire : ” Ma allora? Potrò portarti io eventualmente all’altare? “Vi giuro che è stata un’emozione fantastica.”
Questa è l’Italia tre giorni dopo l’approvazione della legge sulle Unioni Civili, passata alla Camera con 372 voti favorevoli, 99 astenuti e 51 contrari. Poche ore dopo il voto, a Roma il Colosseo, come la Fontana di Trevi, si è tinto dei colori arcobaleno e i commenti a pioggia non si sono certo risparmiateti sui social. Su twitter sono stati centinaia, tra personaggi politici e dello Star System, a esprimere un proprio personale pensiero sulla nuova Italia, come hanno fatto tra i molti Vladimir Luxuria e l’ex presidente della Regione Puglia Nichi Vendola.
Il giorno dopo l’11 Maggio però, il centrodestra ha addirittura avviato una battaglia referendarie parziale per stracciare una parte della nuova legge. Eppure, tra i polveroni alzati dagli indignati e i detrattori e le guerre di bandiera, forse la testimonianza più vera, più semplice ma di uguale efficacia, si dovrebbe cercare proprio in questo post pubblicato sul web, nella quotidianità di chi le Unioni Civili le aspettava da anni. Tra tantissimi uno, Kevin insieme al suo papà, un padre arcobaleno che, un bellissimo giorno, potrà sentirsi libero di accompagnare suo figlio all’altare.