Taranto – Disservizi alle Poste. I cittadini ritirano direttamente negli uffici
Slc Cgil: «Poco personale e mezzi inadeguati: è colpa dell’azienda non dei postini»
«I cittadini stanchi e insoddisfatti scaricano sui portalettere la loro rabbia, ma è con Poste Italiane che dovrebbero prendersela, incapace di gestire le risorse umane a sua disposizione costringendo le gente a ritirare la propria corrispondenza direttamente negli uffici di recapito». È la denuncia della Slc Cgil di Taranto in merito sempre crescente al via vai di clienti insoddisfatti ed infuriati per i disservizi postali.
«Nei centri di recapito di Taranto – spiega il sindacato – ogni giorno sono numerosi i rioni non serviti per mancanza di personale e il problema è essenzialmente quello di gestione delle risorse umane: Poste Italiane, nel dicembre 2014, dichiara un esubero di personale e attiva una mobilità collettiva sguarnendo il territorio di personale. Da quel momento non c’è mai stata una vera politica aziendale in grado di risolvere le problematicità che sono nate da questa carenza di personale. A distanza di oltre un anno, infatti, numerose sono le risorse periodicamente distaccate nel territorio tarantino che quindi penalizzano i territori periferici anch’essi in sofferenza. Insomma per coprire il buco creato dalla mobilità collettiva si tentano soluzioni inefficaci che finiscono per creare ulteriori disagi. Ormai – aggiunge il sindacato ionico – la coperta è troppo corta: a furia di tirare da un lato e dall’altro, il disservizio inizialmente circoscritto alla città si è ormai esteso all’intera provincia».
Secondo Slc Cgil «molte di queste azioni di spostamento di personale, sebbene su base volontaria, non è regolare e viola gli accordi siglati in ambito recapito. Poste Italiane invece di tornare sui suoi passi ammettendo l’inutilità della mobilità, decide che l’esubero di personale persiste, ma senza attivare la mobilità volontaria: non permette, cioè, a tutti quei lavoratori tarantini che da anni hanno fatto domanda di mobilità verso Taranto e provincia di rientrare costringendoli a lavorare nei territori di Bari, Lecce e Brindisi. Nello stesso tempo, però, assume personale con contratti a tempo determinato: tre mesi che vengono poi prorogati proprio per mancanza di personale».
A tutto questo va aggiunta la nascita del nuovo servizio «e-commerce» che si è affiancato alla posta tradizionale e che è costituito in gran parte da pacchi più o meno voluminosi con carattere prioritario che viene lavorato in postazioni non idonee al formato e trasportato con grande difficoltà dai portalettere.
«È facile immaginare – spiega ancora il sindacato per i lavoratori della comunicazione – come i motomezzi dotati solo di un bauletto posteriore non siano idonei a contenere e trasportare la posta affidata ogni giorno ai portalettere. In alcuni casi questo peso eccessivo ha causato incidenti che si sono tramutati in causa di infortunio sul lavoro. In tutto questo sono i postini a pagarne le spese: tra la carenza di personale, i mezzi inadeguati, le giacenze che si accumulano, questi lavoratori, spesso ben oltre l’orario di servizio, vengono addirittura aggrediti dalla clientela stanca di ricevere bollette ormai scadute e quindi costretti loro malgrado a pagare la relativa mora. La Slc Cgil chiede quindi all’azienda di rispettare gli accordi e di individuare le responsabilità di un sistema più denunciato a Poste Italiane che calpestando la meritocrazia ha premiato lavoratori in base a politiche clientelari che hanno permesso ad alcuni di diventare responsabili aziendali pur non essendo all’altezza di gestire il servizio. Un sistema, che ancora una volta, penalizza cittadini e lavoratori».