Brindisi- Omicidio Presta. Oggi i funerali presso la chiesa San Luigi a San Donaci.
Si terranno oggi, Martedì 1 dicembre alle ore 15, presso la chiesa di San Luigi a San Donaci, i funerali di Raffaella Presta, l’avvocatessa di 40 anni ammazzata dal marito il 25 novembre scorso, nella loro casa a Perugia. La celebrazione sarà preceduta da una immensa fiaccolata.
La magistratura, al termine di tutti gli accertamenti medico legali, ha concesso finalmente il nullaosta per il rilascio della salma, in viaggio verso la Puglia. Già questa mattina, è stata allestita la camera ardente al comune di San Donaci, proprio come voluto dalla madre, dal fratello e dalla sorella gemella della vittima, alla quale, peraltro, è stato momentaneamente affidato il piccolo di 6 anni.
A rendere ancora più tragica la vicenda, se possibile, ci sarebbe il fatto che il bambino, la sera di quel 25 Novembre, stava facendo il bagnetto mentre il padre, Francesco Rosi, agente immobiliare di 43 anni, perugino, con due fucilate esplose da una doppietta da caccia, ha freddato la sua mamma. Con i capelli ancora bagnati, sarebbe stato preso in braccio e condotto dalla zia che abita l’altra ala della villa di via Bellocchio. Rosi avrebbe poi chiamato i carabinieri, costituendosi con queste parole: “Venite ad arrestarmi, ho sparato a mia moglie”.
Nelle ore successive all’arresto per omicidio volontario, l’uomo ha poi confessato di aver premuto il grilletto per rabbia e gelosia, dopo aver scoperto dalla stessa moglie che quel bambino non era il suo, ma il frutto di un tradimento. “Questo non è tuo figlio”, avrebbe detto al marito la 40enne per sfregio e ripicca. Una ricostruzione dei fatti quella dell’uomo, alla quale il gip Andrea Claudiani non ha mai creduto. Raffaella Presta era terrorizzata da suo marito tanto da rinunciare al suo lavoro e a isolarsi da amici e parenti per scongiurare altre liti; a giugno scorso Rosi l’avrebbe addirittura picchiata procurandole una lesione al timpano. Per il gip, dunque, la vittima non avrebbe mai pronunciato le parole che Rosi le avrebbe attribuito poco prima di morire, per paura di gravi ritorsioni.
Nelle prossime ore si renderà pubblica la decisione del Tribunale dei minori riguardo l’affido del figlio della coppia che potrebbe spettare ai nonni materni. E’ proprio sul bambino che si concentrano le attenzioni della Procura e degli avvocati. “La cosa che più conta in questo momento – spiega Marco Marmottini, legale della famiglia Presta- è agire nella tutela e negli interessi del minore”