Brindisi – Caso Cucchi. La sorella Ilaria accusa su facebook un carabiniere brindisino.
Caso Cucchi. La sorella Ilaria pubblica su facebook la foto di un carabiniere brindisino, accusandolo di essere uno dei responsabili del pesatggio avvenuto ai danni di Stefano.
“Volevo farmi del male, volevo vedere le facce di coloro che si sono vantati di aver pestato mio fratello, coloro che si sono divertiti a farlo. Le facce di coloro che lo hanno ucciso. Ora questa foto è stata tolta dalla pagina. Si vergogna? Fa bene.”
Una nota che ha fatto tremare il web, sollevando veleni e commenti fuori dal coro. A queste parole pubblicate su facebook il 3 gennaio scorso, la Cucchi fa seguire anche la foto del carabiniere brindisino Francesco Tedesco, ritratto in spiaggia in costume da bagno, indagato insieme ad altre 4 persone per la morte del fratello Stefano, geometra romano deceduto nel 2009 all’ospedale Sandro Pertini dopo essere stato arrestato per spaccio di droga il 15 ottobre 2009.
“Non tollero la violenza, sotto qualunque forma,- continua la Cucchi in un secondo post – Ho pubblicato questa foto solo per far capire la fisicità e la mentalità di chi gli ha fatto del male ma se volete bene a Stefano vi prego di non usare gli stessi toni che sono stati usati per lui. Noi crediamo nella giustizia e non rispondiamo alla violenza con la violenza. Grazie a tutti.”
Una fila di post pubblicati a poche ore di distanza l’uno dall’altro che non passa certo inosservato. Attraverso l’Ansa l’avvocato del militare rende pubblica la volontà di denunciare la donna per diffamazione. “Il mio assistito- parla il legale Elio Pini- dopo il post su Facebook di Ilaria Cucchi è stato sommerso da minacce di morte rivolte a lui e ai suoi familiari.”
Dopo l’assoluzione piena di un medico, tre infermieri e tre agenti della penitenziaria, coinvolti in un primo processo per la morte del ragazzo, la magistratura di Roma ha allargato l’inchiesta bis con nuovi indagati per fare luce sul caso. Si tratta dei carabinieri che hanno preso parte alla perquisizione dell’abitazione di Cucchi e lo hanno accompagnato poi alla caserma Appia. I nomi: Alessio Di Bernardo, Raffaele D’alessandro e lo stesso Francesco Tedesco, accusati di lesioni aggravate. Per Vincenzo Nicolardi e l’ex vice comandante della stazione di Tor Sapienza, Roberto Mandolini, l’accusa invece è di falsa testimonianza.