Mercadante l’altamurano
Altamura “recupera” il tempo perso a causa del Covid-19 per celebrare l’illustre compositore
Dopo quasi tre mesi dalle restrizioni imposte per l’emergenza sanitaria dal Covid–19, non potevano mancare le celebrazioni mercadantiane per il 150esimo anniversario della morte del maestro altamurano Saverio Mercadante.
Quella di Mercadante è una ricorrenza che non sta beneficiando dell’attenzione che merita sia a causa della pandemia sia per la concomitanza con il 250esimo anniversario della nascita di Ludwing Van Beethoven.
Nato ad Altamura il 17 settembre 1975, Saverio Mercadante lasciò la sua città natale quando nel 1799 la “Leonessa delle Puglie” capitolò davanti alle truppe sanfediste di sostegno alla monarchia borbonica. Fuggì in tenera età con la madre ma è sempre rimasto legato alla sua città, tanto da dedicare un inno alla Santa patrona Irene.
Gli altamurani suoi concittadini non hanno mai dimenticato il Maestro, tanto che dopo la sua morte – avvenuta il 17 dicembre 1870 – la “città del pane” decise di costruire un teatro a lui intitolato e pose la prima pietra nel centenario della sua nascita, nel 1895. Il tempio della musica divenne il cuore pulsante della cultura altamurana.
Per le celebrazioni del 150esimo anniversario dalla sua morte, il Teatro Mercadante ha dato il via al progetto La città del Maestro” con concerti con la musica cameristica e comica di Mercadante.
Il Teatro Mercadante si è fatto promotore di un calendario di eventi in suo onore, per dare continuità a molteplici azioni culturali tese ad alleviare la difficile condizione del distanziamento sociale, per poter in tal modo implementare il bagaglio delle esperienze e della conoscenza del Maestro che altrimenti sarebbero rimaste congelate.
Un omaggio che vuole puntare alla valorizzazione e promozione dell’eccelso compositore altamurano dell’Ottocento, il quale ha contribuito con la sua opera allo sviluppo dell’elaborazione del linguaggio armonico e della tecnica dell’orchestrazione. La sua figura è stata illustre punto di riferimento nel melodramma ottocentesco.
Il Comune di Altamura e il Conservatorio di Napoli hanno ideato un programma per far luce sul musicista e compositore altamurano, prestigioso allievo, didatta e direttore del Conservatorio di Napoli, senza ovviamente dimenticare altri musicisti altamurani quali Giacomo Tritto e Vincenzo Lavigna che, con profili diversi, hanno contribuito alla gloria e al lustro della città di Altamura.
Durante la 42esima edizione del Festival della Valle d’Itria a Martina Franca, Pierluigi Pizzi e il direttore Fabio Luisi hanno concertato minuziosamente, traendone anche uno spettacolo dantesco e rutilante, rievocando l’opera del maestro Mercadante “Francesca da Rimini”, il più bel fiore all’occhiello perché la partitura è di gran pregio. Un’opera emblematica caduta in maledizione perché mai portata in esecuzione nei teatri. Grazie al direttore Luisi il belcanto ha parlato confermando l’importanza del ruolo delle donne nell’ 800, che pur non scrivendo, ne hanno determinato la sorte.
Saverio Mercadante seppe degnamente rappresentare la “Scuola musicale napoletana e altamurana” e fu testimone di cambiamenti epocali.
Alle giornate di studio, curate da Antonio Caroccia e Paolo Giovanni Maione, parteciperanno illustri studiosi nazionali ed internazionali chiamati a rilanciare gli studi sul compositore altamurano.
I convegni e le giornate di studio saranno trasmessi anche in diretta streaming sui canali Youtube, Facebook dal Conservatorio San Paolo a Majella di Napoli e dal Comune di Altamura. Manifestazioni che si avvalgono di un comitato internazionale presieduto da Riccardo Muti. I concerti si terranno a Napoli, Vienna ed Altamura.
Nel Teatro Mercadante in Altamura saranno eseguite musiche del maestro nelle seguenti date:
- 30 ottobre
- 7 e 13 novembre
- 14 novembre, la masterclass di Francesco Pareti sul pianoforte Stein appartenuto a Saverio Mercadante
- 28 e 29 novembre
- 19 dicembre
Per informazioni: www.comunedialtamura.it
Saverio Mercadante vive e continuerà a vivere nella nostra mente non all’ombra degli impareggiabili Rossini, Donizetti, Bellini e Verdi.
Francesca Branà