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Laboratorio archeologico aperto a Torre Guaceto

Fino al 30 giugno, il laboratorio archeologico della riserva naturale di Torre Guaceto apre le porte al pubblico per un’occasione unica: assistere ai microscavi delle urne cinerarie della necropoli a cremazione dell’età del Bronzo. L’iniziativa è promossa dal Consorzio di Gestione della riserva in collaborazione con l’Università del Salento e la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi e Lecce.

Microscavi delle urne cinerarie: storia e metodologia

Il laboratorio archeologico di Torre Guaceto è il fulcro delle nuove indagini sulla necropoli a cremazione scoperta nel 2019 nell’area della spiaggia delle conchiglie. Qui, il team del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento, guidato dal professor Teodoro Scarano, sta conducendo uno studio approfondito delle urne recuperate durante le precedenti campagne di scavo.

Le attività comprendono microscavi delle urne cinerarie, ovvero la delicata rimozione del terriccio interno per identificare i resti ossei e gli eventuali oggetti di corredo. Queste operazioni stanno rivelando preziose informazioni sui costumi funerari delle comunità dell’età del Bronzo, databili al secondo millennio a.C.

Dall’inizio degli scavi, sono state recuperate ben 108 urne, molte delle quali deposte in pozzetti scavati nella roccia e coperte da piccole tumulazioni. Alcune presentano decorazioni geometriche e oggetti in bronzo e ambra, segno di una maggiore rilevanza sociale dei defunti.

Accesso libero al laboratorio: educazione e divulgazione

Il laboratorio, situato nella borgata di Serranova (visualizza su Google Maps), sarà accessibile gratuitamente dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle 17, fino al 30 giugno. Gli utenti avranno la possibilità di osservare da vicino il lavoro degli archeologi e di apprendere direttamente dai ricercatori le tecniche e le finalità dell’indagine.

Torre Guaceto è l’unica riserva italiana con un laboratorio archeologico attivo”, ha dichiarato Rocky Malatesta, presidente del Consorzio di Gestione. “Crediamo che tanta bellezza e conoscenza debbano essere accessibili a tutti. Ecco perché abbiamo deciso di aprire le porte del laboratorio”.

Oltre ai ricercatori, partecipano alle attività studenti universitari, specializzandi, dottorandi e assegnisti, che qui svolgono tirocini formativi e attività didattiche. L’iniziativa intende anche stimolare l’interesse del pubblico verso l’archeologia e valorizzare il patrimonio storico locale.

Dal 2008 investiamo nella ricerca archeologica e nella valorizzazione del patrimonio”, ha aggiunto Malatesta. “Ora l’obiettivo è creare un vero e proprio museo all’interno della riserva”.

Un’iniziativa che unisce ricerca, divulgazione e partecipazione pubblica, confermando il ruolo centrale di Torre Guaceto non solo come area naturale protetta, ma anche come luogo di memoria e cultura condivisa.

Redazione Pugliapress

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