In vigore la Legge regionale 8/25, sul contrasto e la prevenzione dei casi di Hikikomori fra i giovani

Il termine giapponese “hikikomori” è uno dei prestiti che la lingua italiana ha acquisito dalle lingue straniere e si riferisce al triste fenomeno degli adolescenti o comunque delle persone in età giovanile che, per una serie di ragioni, alla cui base c’è comunque un evidente disagio psicologico, si ritirano completamente dalla vita sociale, ma anche da quella familiare, per vivere isolati nella propria stanza, spesso con la sola compagnia di un computer e di un’identità digitale, con la quale si rapportano al mondo della Rete.
La parola è stata coniata in Giappone perché è stato proprio nel Paese del Sol Levante che il fenomeno è stato osservato per la prima volta in maniera molto copiosa, ma si tratta di un fenomeno globale, perché globale è il livello di pervasività delle nuove tecnologie sui nativi digitali, anche senza arrivare a livelli che sono, in tutta evidenza, patologici.
Per contrastare questo fenomeno sociale, la Regione Puglia si è dotata di uno strumento legislativo, approvato da un Consiglio regionale che pure ormai lavora a scartamento assai ridotto, come è noto, su iniziativa del Consigliere Vincenzo Di Gregorio del Partito Democratico.
“Con la promulgazione e la pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione Puglia del 16 giugno, la legge sul ritiro sociale dei giovani di cui sono promotore e primo firmatario – scrive Di Gregorio – è finalmente operativa a tutti gli effetti. E’ la prima norma regionale che affronta il cosiddetto fenomeno degli Hikikomori, giovani dai 14 ai 30 anni che rifiutano per un lungo periodo di tempo ogni tipo di vita sociale, scolastica e lavorativa, mantenendo rapporti solo con i parenti stretti e all’esterno attraverso internet.
La Legge Regionale 8/25, “Disposizioni in materia di ritiro sociale: Hikikomori”, ha sostanzialmente due obiettivi. Il primo è quello di monitorare questa forma di disagio giovanile in Puglia dove è ancora poco conosciuto, ma più diffuso di quanto si possa immaginare. A tal scopo la legge prevede la costituzione di una Consulta regionale con il compito di monitorare il fenomeno ed evidenziare nuovi bisogni.
La Consulta è composta dagli assessori regionali che si occupano di istruzione e welfare o persone da loro delegate, da un consigliere regionale di maggioranza e uno di minoranza, dai rappresentanti dell’Ufficio Scolastico regionale, del Dipartimento Politiche del Lavoro, Istruzione, Formazione e Welfare, dai rappresentati delle associazioni delle famiglie e degli enti del terzo settore, pubblici e privati, coinvolti sul tema dal punto di vista sociale e sanitario.
L’altra finalità della legge è promuovere e sostenere percorsi di supporto formativo per le persone in condizione di ritiro sociale, al fine di prevenire l’abbandono scolastico, garantire il diritto allo studio e l’inserimento nel mondo del lavoro. Queste attività si svolgeranno in collaborazione con il servizio di psicologia scolastica con formazione specifica e laboratori. A tal fine si ipotizza anche la realizzazione di interventi di tipo educativo, pedagogico e didattico d’intesa con le Istituzioni scolastiche e gli enti formativi regionali accreditati.
Un altro aspetto importante della Legge regionale n.8/2025 è relativo alla formazione. La Regione, infatti, promuove l’attivazione di percorsi di formazione sul tema del ritiro sociale per dirigenti scolastici, docenti e per il personale educativo, sociale e sanitario. In collaborazione con i Centri per l’impiego sono previsti anche appositi percorsi di accompagnamento per l’inserimento lavorativo delle persone in situazione di ritiro sociale”.