Transumanza in Puglia simbolo di sostenibilità e identità

Greggi in cammino alla ricerca di temperature più miti e fonti d’acqua: è partita la tradizionale transumanza in Puglia, un rito antico che ancora oggi si ripete lungo i tratturi del Gargano, recentemente riconosciuto come patrimonio culturale immateriale dell’Umanità dall’UNESCO. Coldiretti Puglia sottolinea il valore culturale, ecologico ed economico di questa pratica, che coinvolge pastori, cani, cavalli e mandrie in un viaggio stagionale verso i pascoli in quota.
Transumanza in Puglia: un viaggio lungo i tratturi storici
La transumanza in Puglia non è solo una tradizione pastorale, ma anche un patrimonio di biodiversità e sostenibilità. Gli animali – spiega Coldiretti Puglia – avvertono il caldo e partono per raggiungere zone d’alpeggio più fresche. Sul Gargano il percorso dura quattro giorni con tre soste intermedie a San Paolo di Civitate, Santa Croce di Magliano, Ripalimosani e Frosolone. I tratturi storici coinvolti comprendono il celebre “tratturo del re” L’Aquila-Foggia, oltre a Celano-Foggia e Lucera-Castel di Sangro, con tratturelli e tratti stradali che ne raccordano il tragitto.
Restano a casa solo gli esemplari più giovani, mentre le greggi adulte percorrono chilometri immersi nella natura. Ogni tappa è una “stazione di posta”, luogo prestabilito dove riposare prima di riprendere il viaggio. Il patrimonio ambientale attraversato rappresenta un corridoio ecologico unico, in grado di preservare razze ovine autoctone e sistemi agricoli tradizionali.
Una risorsa per biodiversità, cultura e territori
Il riconoscimento Unesco della transumanza in Puglia rappresenta un importante strumento di tutela di un’attività a rischio. Essa coinvolge ben 38 razze ovine italiane, come la pecora sarda, la Sopravissana, la Brogna, la Comisana, la Bergamasca e la Massese. Ogni razza contribuisce alla ricchezza genetica e produttiva delle aree rurali italiane, offrendo lana, latte e formaggi tipici.
La Coldiretti Puglia evidenzia come la pastorizia sia oggi in difficoltà a causa di diversi fattori: bassi prezzi riconosciuti agli allevatori, presenza crescente di predatori come cinghiali e lupi, concorrenza sleale di prodotti esteri e l’emergente minaccia dei cibi sintetici. Proprio per contrastare la diffusione del cosiddetto “cibo Frankenstein”, Coldiretti ha recentemente organizzato una manifestazione a Parma per chiedere studi approfonditi prima di autorizzare la diffusione di alimenti da colture cellulari.
Secondo un’indagine Noto Sondaggi 2024, il 70% degli italiani è contrario al consumo di carne e derivati prodotti in laboratorio, evidenziando una crescente consapevolezza sull’importanza di filiere naturali e tradizionali.
La transumanza si configura così come una risposta concreta a diverse criticità: promuove la sostenibilità, preserva il paesaggio e le comunità montane e contribuisce alla lotta contro lo spopolamento delle aree interne. Tuttavia, il massiccio consumo di suolo ha ridotto i percorsi accessibili, minacciando la continuità di questa pratica millenaria.
«Quando un allevamento chiude, si perde un intero ecosistema – conclude Coldiretti Puglia – fatto non solo di animali e pascoli, ma di conoscenze, tradizioni e persone che da generazioni custodiscono un modello di vita rurale rispettoso del territorio».
La transumanza in Puglia resta quindi un simbolo potente della resistenza delle aree interne, un rito antico che guarda al futuro con la speranza di un’agricoltura più giusta e sostenibile.