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Siccità in Capitanata: Coldiretti Puglia lancia l’allarme risorse idriche

È allarme siccità in Capitanata, dove le temperature previste per l’inizio di giugno potrebbero raggiungere i 38 gradi. A preoccupare è il livello estremamente basso delle riserve idriche: solo 109 milioni di metri cubi d’acqua disponibili negli invasi, contro i 180 milioni dello stesso periodo nel 2024. La siccità in Capitanata sta mettendo a rischio l’intero comparto agricolo e la disponibilità idrica per usi potabili, secondo quanto denunciato da Coldiretti Puglia sulla base dei dati ANBI.

Siccità in Capitanata: diga di Occhito al minimo storico

La diga di Occhito, principale fonte idrica del Tavoliere, contiene attualmente 74 milioni di metri cubi d’acqua, pari al 30% della sua capacità autorizzata. Di questi, solo 36 milioni risultano effettivamente utilizzabili, mentre il resto si trova al di sotto del limite tecnico di erogazione, definito “volume morto”. Nel 2023, la stessa diga conteneva oltre 138 milioni di metri cubi.

Coldiretti Puglia evidenzia la necessità di accelerare i lavori per la realizzazione della condotta da 10 km che collegherebbe l’invaso del Liscione con quello di Occhito. Secondo l’organizzazione agricola, questa infrastruttura consentirebbe di trasferire risorse idriche in eccesso dal Molise alla Puglia, con benefici economici e ambientali per entrambe le regioni.

Interventi urgenti nel Tarantino contro la siccità

In provincia di Taranto, Coldiretti sollecita la riattivazione degli impianti di sollevamento sui fiumi Bradano e Tara, per garantire complessivamente 600 litri d’acqua al secondo alle aree agricole di Ginosa, Massafra, Palagiano, Castellaneta e Palagianello. È inoltre necessario ripristinare i pozzi temporaneamente riattivati nel 2024, che possono contribuire con ulteriori 100 litri al secondo.

Un altro intervento strategico riguarda il riutilizzo delle acque reflue depurate, provenienti dagli impianti di Ginosa, Ginosa Marina e Castellaneta, capaci di fornire almeno 70 litri al secondo per l’irrigazione. Coldiretti chiede l’immediata connessione di questi impianti alle reti esistenti.

La situazione richiede anche la riattivazione dei pozzi consortili dismessi in vari comuni della provincia di Taranto, come Laterza, Castellaneta e Mottola, e il completamento degli schemi irrigui in corso d’opera, in particolare nell’agro di Martina Franca.

I volumi idrici trattenuti dalle dighe sono quasi la metà rispetto al 2024, l’anno peggiore per la disponibilità di acqua in Puglia”, ha dichiarato Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia. “Temiamo una nuova emergenza con danni superiori al miliardo di euro per le campagne pugliesi.”

Piano invasi e richieste al Governo

Coldiretti rilancia l’urgenza di avviare un piano invasi strutturale, recuperando infrastrutture incompiute come la diga di Saglioccia ad Altamura e la diga del Pappadai in provincia di Taranto. Quest’ultima, una volta ultimata, potrebbe garantire l’uso irriguo e potabile di 20 miliardi di litri di acqua per l’Alto Salento.

Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia, sottolinea: “Occorre recuperare e valorizzare le opere esistenti, per affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici e assicurare un futuro alle attività agricole.”

Intanto, Coldiretti ha sollecitato il Governo ad accelerare l’erogazione degli aiuti per le assicurazioni agricole e ad avviare una riforma della gestione del rischio climatico, con il valore assicurato delle produzioni agricole salito a 10 miliardi di euro nel 2024.

La siccità in Capitanata rappresenta una minaccia concreta per il sistema agricolo e idrico della regione. L’efficienza nella gestione delle risorse e il completamento delle infrastrutture esistenti risultano fondamentali per evitare una nuova crisi idrica nel Mezzogiorno.

Redazione Pugliapress

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