Taranto e il futuro dell’ex-ILVA: CGIL e FIOM chiedono garanzie

A Taranto, la questione dell’ex-ILVA torna al centro dell’attenzione. Durante una conferenza stampa, CGIL e FIOM-CGIL hanno denunciato la mancanza di trasparenza sul futuro degli impianti, chiedendo un intervento deciso da parte dello Stato.
Giovanni D’Arcangelo, segretario della CGIL di Taranto, ha ribadito che la decarbonizzazione degli impianti è una priorità imprescindibile per salute e sicurezza, oltre che per rispettare le normative europee. Secondo Loris Scarpa, responsabile nazionale della siderurgia FIOM-CGIL, “Non ci sono garanzie sui livelli occupazionali né sulla continuità produttiva”. Scarpa ha lamentato l’assenza di un confronto con il sindacato sulle offerte di acquisto e sulle intenzioni di Jindal Steel International.
Francesco Brigati, segretario della FIOM Taranto, ha sottolineato l’urgenza di un piano industriale chiaro che includa tempistiche certe per la transizione ecologica. Ha inoltre richiesto la convocazione di un tavolo governativo per discutere le proposte in corso.
CGIL e FIOM hanno anche messo in luce la necessità di sfruttare al meglio le risorse del Just Transition Fund per mitigare l’impatto occupazionale della transizione. “Taranto deve diventare un modello per la trasformazione industriale, ma non a discapito dei lavoratori“, ha concluso D’Arcangelo.
Il futuro degli impianti resta incerto, mentre cresce la pressione per una soluzione che garantisca occupazione e sostenibilità ambientale.