Da Morgan Stanley un prestito ponte per l’ex Ilva
Nell’attesa che arrivi il fatidico 10 gennaio 2025, data fissata dal Governo per la presentazione delle manifestazioni d’interesse verso l’acquisizione dell’impianto siderurgico tarantino, giunge dal fondo internazionale Morgan Stanley un prestito di 200 milioni di euro, utile si spera a rasserenare minimamente l’animo dei lavoratori in vista delle imminenti festività.
Dopo, si vedrà, restano tante le nubi e le perplessità sull’orizzonte dei cittadini di Taranto. Sebbene una degli impegni inderogabili per il nuovo acquirente sia quello di presentare un piano per la completa decarbonizzazione, assieme a quello industriale e alle garanzie occupazionali, le scadenze per realizzarle potrebbero essere molto lunghe, e la Città è stanca di subire gli effetti ambientali dell’acciaieria.
I concorrenti che al momento hanno presentato proposta di acquisizione sono 15, dei quali tre per l’intero gruppo e i restanti per una parte dello stesso. Da non escludere quindi la possibilità che si formi qualche joint venture, capace di ottimizzare competenze e risorse per compiere un, sempre più utopico, miracolo industriale. Dell’acciaio di Taranto l’Italia non può fare a meno, è questa l’opinione di qualsiasi governo possa formarsi alla guida dell’Italia, ed è questa la condanna dei tarantini.
Altro nodo da risolvere, quello delle aziende dell’indotto e dei pagamenti nei loro confronti, che Acciaierie Italia ha allungato dai canonici 30-60 giorno a 90, obbligando le stesse a fare enormi sacrifici per andare avanti o, peggio, a licenziare parte della manodopera.