Incendio al nastro trasportatore dell’ex Ilva. I 5 Stelle: il ministro Urso è un irresponsabile.

Sull’incendio sviluppatosi ieri sera sul nastro trasportatore del secondo sporgente dell’impianto siderurgico di Taranto, è durissima la presa di posizione degli esponenti locali del Movimento 5 Stelle.
La deputata di Polignano a Mare Patty L’Abbate, vicepresidente peraltro della comm. Ambiente alla Camera, commenta così l’accaduto: “L’incendio di questa notte è la classica goccia che fa traboccare il vaso: a Taranto urge fermarsi. L’Aia scaduta nell’estate 2023 all’ex Ilva non è stata rinnovata proprio perché mancavano palesi accorgimenti nel sito siderurgico, fra cui il piano antincendio.
Far ripartire il ciclo integrale a caldo è stato un errore imperdonabile del governo: Urso dovrebbe fare mea culpa. In generale – continua – non si può tenere attiva una produzione decotta che risulta incompatibile con la salute dei cittadini. Meloni sull’ex Ilva non ha mai detto una parola, ma i tarantini non ne possono più. Serve uno stop immediato, perché la situazione è fuori controllo e vedere migliaia di persone costrette a barricarsi in casa per non respirare i fumi dell’acciaieria è inaccettabile”
Il senatore tarantino Mario Turco, in assoluta continuità, ha dichiarato: “L’incendio verificatosi ieri sera al sito siderurgico dell’ex Ilva di Taranto è l’ennesima spia rossa, che conferma la necessità di fermare il progetto del Governo Meloni di riaccendere l’area a caldo fortemente inquinante. A quanto sappiamo ha preso fuoco un nastro trasportatore e i cittadini soprattutto del quartiere Tambruri per diverse ore sono stati costretti a barricarsi in casa per i fumi e le sostanze pericolose disperse nell’aria. Il problema in realtà è che l’Aia è scaduta ad agosto 2023 e non è stata rinnovata per il mancato rispetto di alcune vecchie prescrizioni, tra cui soprattutto il piano antincendio
L’impianto pertanto è privo di autorizzazione e qualsiasi attività andrebbe fermata. Il Governo, incurante di questo e dei problemi ambientali e sanitari, continua a perseguire il piano di riaccensione dei quattro altiforni a carbone, tra cui l’altoforno 1 inaugurato qualche settimana fa direttamente dal Ministro Urso, in occasione di una sua visita a Taranto. Continueremo ovviamente a monitorare e a denunciare la gravità della situazione, nella speranza che l’esecutivo possa ravvedersi e sospenda la procedura di vendita degli impianti, che la Corte di Giustizia Europa ha dichiarato di impatto troppo nocivo sulla salute dei lavoratori e dei cittadini di Taranto. Allo stato, non possiamo che stigmatizzare la superficialità del Ministro Urso nel gestire procedure complesse e importanti come il rilascio delle Autorizzazioni Integrate Ambientali”
Per spegnere le fiamme, che non ha provocato feriti ma certo danni, la cui quantificazione non è al momento possibile, è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco. Più di ogni altra cosa, tuttavia, desta scalpore l’evento incendiario in sè, vista la recentissima riattivazione di un altoforno, e gli ulteriori effetti da esso apportati alla qualità dell’aria tarantina.