Grano italiano sotto attacco: prezzi inferiori a quelli canadesi

Crollo del grano italiano: la nostra preziosa cerealicoltura è in grave pericolo. Un prezzo inferiore a quello canadese sta creando tensioni e preoccupazioni tra i produttori. Scopriamo le ragioni dietro questa crisi e cosa possiamo fare per sostenere i nostri agricoltori.
La cerealicoltura italiana sta vivendo un momento critico. Il grano nostrano, un tempo orgoglio della nostra agricoltura, è ora quotato meno del grano canadese, con conseguenze devastanti per gli agricoltori italiani.
Il 22 giugno 2022, il grano italiano veniva quotato a 580 euro alla tonnellata. Oggi, nonostante un contenuto proteico superiore al 13% e un peso specifico di 82-83 kg/hL, il prezzo si aggira tra i 337 e i 342 euro alla tonnellata. Un vero e proprio crollo del grano italiano, che fa rabbia e mortifica i nostri agricoltori.
Gennaro Sicolo, presidente di CIA Agricoltori Italiani di Puglia, esprime tutta la sua indignazione: “Quotare il grano italiano a 337-342 euro alla tonnellata, accordando ad esso un valore inferiore a quello canadese, è un segnale inquietante che mortifica e fa rabbia. Così si dà il colpo di grazia alla cerealicoltura italiana“. La situazione è resa ancora più grave dalle basse rese per ettaro e dalla siccità persistente.
Sicolo invita i consumatori a fare la loro parte: “Scegliete la pasta 100% di grano italiano per garantirvi salubrità e piena tracciabilità e per sostenere i produttori locali. Solo così possiamo difendere la salute dei nostri figli e la nostra economia“.
La situazione attuale fa pensare che ci siano interessi inconfessabili volti ad affossare la cerealicoltura italiana, favorendo le importazioni da Paesi con standard di sicurezza alimentare inferiori. Nonostante gli appelli e le proteste, nulla sembra cambiare, lasciando i nostri agricoltori in una condizione insostenibile.
CIA Puglia ha chiesto che le Borse Merci di Bari e Foggia considerino l’eccellente qualità del grano di quest’anno e i costi di produzione sostenuti dai cerealicoltori. Tuttavia, queste richieste sono rimaste inascoltate, causando un danno enorme per migliaia di agricoltori e minando la fiducia nelle istituzioni.
Il 22 giugno 2022, il grano “fino” alla Borsa Merci di Foggia veniva quotato a 575-580 euro alla tonnellata, con un contenuto proteico del 12% e un peso specifico di 78 kg/hL. Oggi, nonostante valori proteici e peso specifico superiori, il grano italiano è valutato attorno ai 340 euro, con una perdita netta di 200 euro alla tonnellata. Le rese per ettaro sono inferiori rispetto a due anni fa e i costi di produzione sono aumentati notevolmente.
È evidente che qualcosa non torna. Secondo Sicolo, una manovra speculativa è stata favorita dal mancato avvio di Granaio Italia e del relativo Registro telematico. Questi strumenti avrebbero fornito dati oggettivi e certificati, necessari per parametrare quotazioni rispondenti alla realtà. Senza di essi, le manovre speculative rischiano di uccidere la cerealicoltura italiana.

La situazione è grave e richiede un intervento urgente. È essenziale sostenere i nostri agricoltori e promuovere la pasta 100% di grano italiano per preservare la qualità e la sicurezza alimentare, nonché la nostra economia agricola.