I lavoratori della Centrale Enel “Federico II” di Cerano in presidio di protesta occupano la superstrada fra Brindisi e Lecce
Giornata contrassegnata dalla partecipazione e dalle proteste quelle che si sta vivendo oggi a Brindisi sud, nei pressi della Centrale Enel “Federico II” di Cerano. Dopo un’assemblea sindacale organizzata dalla Cgil (con le sigle Filtem e Fiom) e dalla Uil (sigla Uiltec) tenutasi dinnanzi allo stabilimento per discutere le prospettive, alquanto buie al momento, delle molte centinaia di occupati complessivamente da questo polo energetico, un corteo di lavoratori ha deciso di andare a formare un presidio di protesta lungo la vicina superstrada che conduce da Lecce a Brindisi.
A seguito della pacifica invasione da parte dei manifestanti, il traffico sull’importante arteria ha subito forti rallentamenti ed incolonnamenti nell’immediato. Le forze dell’Ordine e la polizia urbana intervenute per regolarlo, lo hanno dovuto quindi deviare sulle strade provinciali.
Un gesto teso evidentemente a dare la massima visibilità alla protesta e alle preoccupazioni che stanno vivendo tutti i lavoratori dell’impianto, anche alla luce della vertenza riguardante nello specifico i 76 dipendenti della Sir, ditta appaltatrice che effettua l’attività di movimentazione carbone presso la banchina di Costa Morena est, attualmente messi in cassa integrazione. Il 2025, l’anno nel quale Enel ha annunciato la dismissione totale della centrale a carbone di Brindisi sud, è infatti alle porte, e lavoratori e sindacati di rappresentanza chiedono all’unisono, alla politica ma anche ad Enel risposte alle loro domande: quali prospettive di reinserimento lavorativo si prospettano? Quanto tempo occorre per vedere un concreto piano industriale che disponga ordinatamente e minuziosamente modalità di impiego e numeri di quest’area industriale, una volta dismessa la centrale a carbone?
In questi mesi si è discusso infatti di varie possibilità produttive, la più concreta delle quali, prospettata dalla stessa Enel, vedrebbe la costruzione di impianti di energia fotovoltaica nella grande area posta in prossimità della Centrale (irrimediabilmente inquinata del resto per poter tornare a essere dedicata all’agricoltura) o a dedicare l’area a sito di costruzione di pale eoliche off-shore. A detta dei sindacati, che intanto hanno indetto un corteo cittadino di protesta dei lavoratori della Federico II per il prossimo 31 maggio, essa però potrebbe assorbire solo una parte minoritaria dei lavoratori attualmente impiegati.
Ma la città di Brindisi è in preda ad un vero e proprio processo di deindustrializzazione, se si considera come esistano altre vertenze nei poli della chimica, come quella che vede coinvolti i 164 lavoratori di Euroapi (ex Sanofi) o lo stabilimento Basell della città, che non rientra nel piano di investimenti annunciato poche settimane fa dalla multinazionale, o l’annunciato pochi giorni fa esubero di lavoratori nello stabilimento Avio.