Pet therapy, “Un dogtor in corsia” nel reparto di Pediatria del Perrino
La pet therapy sbarca nel reparto di Pediatria dell’ospedale Perrino di Brindisi con il progetto “Un dogtor in corsia”, un’iniziativa unica nel suo genere che porta conforto ai piccoli pazienti attraverso la presenza di cani addestrati. La pet therapy coinvolge due labrador, Atena e Perla, e ha l’obiettivo di migliorare la qualità della degenza dei bambini offrendo momenti di svago e interazione ludica.
Un progetto multidisciplinare per il benessere dei bambini
“Un dogtor in corsia” coinvolge un’équipe multidisciplinare che comprende veterinari, psicologi e coadiutori esperti nel settore degli Interventi Assistiti con gli Animali (IAA). Giusella Massari, veterinario specializzato, sottolinea come il progetto sia concepito per migliorare le competenze relazionali e comunicative dei piccoli degenti, offrendo loro un’opportunità unica di interazione con gli animali.
Norme e sicurezza prima di tutto
La pet therapy segue rigide linee guida nazionali e regionali per garantire il benessere di tutti. Stefano Termite, direttore del Dipartimento di prevenzione, ha spiegato come i cani siano sottoposti a controlli veterinari regolari per assicurare la salute e la sicurezza dei pazienti. Questo approccio permette di rispettare gli standard legislativi garantendo un’esperienza piacevole e sicura.
Benefici concreti per la salute mentale e fisica
Sabrina Leonardi, dirigente medico della direzione sanitaria, ha evidenziato come “Un dogtor in corsia” rappresenti un modello di umanizzazione delle cure. Anche Francesco Gallo, direttore facente funzione di Pediatria, ha sottolineato i numerosi studi che dimostrano i benefici della relazione uomo-animale, sia fisicamente che psicologicamente. I bambini possono godere di momenti di serenità che facilitano l’approccio alle cure ospedaliere.
Un messaggio di speranza e civiltà
Per il direttore sanitario Enzo Gigantelli, questa iniziativa è un “messaggio di civiltà” perché gli animali portano conforto e sollievo ai piccoli pazienti. Maurizio De Nuccio, direttore generale, spera che il progetto diventi parte integrante dell’offerta sanitaria, in modo da poterlo estendere a diversi reparti.