Controlli edilizi su attività estrattive: sequestrata cava a Melpignano
Controlli edilizi su attività estrattive sono stati effettuati a Melpignano, dove i Carabinieri Forestali hanno sequestrato una cava. Scoperti numerosi pericoli e irregolarità, portando alla denuncia del proprietario. Vediamo i dettagli di questa storia, che offre un quadro interessante sulla complessa questione della gestione dei siti estrattivi.
Situazione a Melpignano
I Carabinieri Forestali di Lecce hanno individuato una cava a Melpignano, nel cuore del Salento, tradizionalmente dedicata all’estrazione della famosa “pietra leccese”. Durante l’ispezione, si è scoperto che l’autorizzazione per lo sfruttamento della cava era scaduta da anni ed era stata originariamente concessa a una ditta precedente. La nuova società operava senza alcuna regolare autorizzazione.
Irregolarità e pericoli rilevati
Il sopralluogo ha svelato molteplici criticità:
- L’area non era adeguatamente recintata.
- Le pareti di estrazione presentavano una pericolosa inclinazione di 90 gradi, aumentando il rischio di crollo e pericolo per i lavoratori.
- I rifiuti prodotti erano depositati in maniera incontrollata.
- Mancava la segnaletica che delimitasse la zona di estrazione.
Provvedimenti presi
Dopo la scoperta di queste irregolarità, i Carabinieri Forestali hanno proceduto con il sequestro preventivo, mettendo sotto sigilli un’area di oltre 5 ettari e bloccando i mezzi operativi presenti. Il proprietario dell’attività è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Lecce per una serie di reati: attività edilizia senza permesso, gestione non autorizzata dei rifiuti e mancata presentazione della documentazione necessaria sulla sicurezza.
I controlli edilizi come questi mettono in luce l’importanza della sorveglianza nelle aree rurali e di cava. La situazione a Melpignano evidenzia come un’adeguata gestione delle risorse naturali e il rispetto delle norme di sicurezza siano cruciali, sia per i lavoratori sia per l’ambiente circostante.