MANIFESTAZIONE EX ILVA | Per i sindacati iniziativa riuscita. Licenziamenti in diretta durante il corteo
La città di Taranto è stata teatro di una massiccia protesta promossa dai sindacati Fim, Fiom, Uilm e Usb, insieme alle associazioni di impresa Aigi, Casartigiani e Confapi, per sollecitare il governo ad affrontare la crisi dell’indotto di Acciaierie d’Italia, ex Ilva. La manifestazione, che ha visto la partecipazione di oltre 6.000 lavoratori, è stata definita dai promotori e dagli aderenti come un successo.
Il corteo, che ha attraversato il perimetro esterno della fabbrica, ha bloccato le strade principali della zona, tra cui la statale per Bari e la superstrada Brindisi-Taranto. La mobilitazione è stata caratterizzata da una partecipazione eccezionale e da una lunga fila di manifestanti, comprendente anche circa 100 mezzi aziendali.
Fabio Greco, presidente di Aigi, ha descritto la protesta come “eccezionale, unica, mai vista”, sottolineando la vastità della partecipazione e la determinazione dei lavoratori nel far sentire la propria voce.
Valerio D’Aló della Fim Cisl nazionale ha evidenziato l’importanza della massiccia adesione dei lavoratori come segnale per il governo di intervenire per salvare l’ex-Ilva, tutelando tutti i lavoratori diretti e delle imprese coinvolte nell’indotto.
Tuttavia, durante il corteo è giunta la notizia dei licenziamenti in diretta di una piccola azienda subappaltatrice dell’indotto di Acciaierie d’Italia. Un delegato della Uilm ha letto la comunicazione di licenziamento di uno dei lavoratori interessati, annunciando che il rapporto di lavoro sarebbe stato risolto per giustificato motivo oggettivo a partire dal 31 gennaio 2024. La comunicazione ha provocato ulteriori proteste da parte dei manifestanti.
Mimmo Amatomaggi della Uilm ha dichiarato che si tratta di uno dei tanti casi di aziende in difficoltà, che hanno esaurito il plafond della cassa integrazione ordinaria e ora chiedono interventi urgenti per salvare la manodopera.
La protesta di oggi a Taranto rappresenta un forte segnale di mobilitazione e di determinazione dei lavoratori nell’affrontare la crisi dell’indotto di Acciaierie d’Italia, ma anche una testimonianza dell’urgente bisogno di soluzioni concrete e sostenibili per proteggere i posti di lavoro e il territorio.