Truffa coi fondi dell’Antiracket: Richieste di pena fino a 18 anni per gli imputati
Nel processo in corso all’aula bunker del carcere di Borgo San Nicola dinanzi al Tribunale in composizione collegiale, il pm Massimiliano Carducci ha formulato le principali richieste di pena per i coinvolti nella truffa coi fondi dell’Antiracket Salento.
Ecco le richieste di pena per i principali imputati:
- Maria Antonietta Gualtieri, 68 anni, di Lecce, ex presidente dell’associazione Antiracket Salento: 18 anni di reclusione.
- Giuseppe Naccarelli, 54 anni, di Veglie, ex funzionario del Comune: 12 anni di reclusione.
- Pasquale Gorgoni, 68 anni, di Lecce, ex funzionario a Palazzo Carafa: 11 anni di reclusione.
- Attilio Monosi, ex assessore al Bilancio: 4 anni di reclusione.
Le altre richieste di pena per gli imputati sono:
- Marco Fasiello, 46 anni, di Lecce: 3 anni di reclusione.
- Giancarlo Saracino, 70 anni, di Lecce: 4 anni e 6 mesi di reclusione.
- Maurizio Vetere, 64 anni, nato a Taranto e residente a Nardò: 2 anni di reclusione.
- Paolo Rollo, 66 anni, di Lecce: 4 anni di reclusione.
- Francesco Lala, 43 anni, di Leverano: 3 anni e 6 mesi di reclusione.
- Pierantonio Cicirillo, 59 anni, di Lecce e Fabrizio Natale, 47 anni, di Lecce: 1 anno di reclusione.
Per Francesco Cavallo è stata chiesta la non luogo a procedere.
Le accuse variano da associazione per delinquere, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falso materiale e ideologico, corruzione, millantato credito e peculato.
L’inchiesta “Antiracket” ha rivelato un presunto raggiro da quasi due milioni di euro ottenuto attraverso i fondi stanziati dal ministero dell’Economia e delle Finanze per le attività delle associazioni di settore.
Le figure centrali dell’indagine avrebbero contribuito a documentare spese fittizie per l’attività di funzionamento dei sportelli di Lecce, Brindisi e Taranto dell’associazione “Antiracket Salento”. Questo avrebbe incluso la rendicontazione di spese per personale inesistente e attività mai effettuate.
L’indagine fu condotta dalla Guardia di Finanza e coinvolse diverse figure, tra cui Attilio Monosi, all’epoca assessore comunale al Bilancio, il cui coinvolgimento causò un terremoto politico nel 2017. La Procura aveva inizialmente richiesto gli arresti domiciliari, sostituiti poi con l’interdizione dai pubblici uffici per un anno. Alcuni imputati sono stati esclusi dal processo a causa della prescrizione di alcune ipotesi di reato. Le parti civili includono il Comune di Lecce, la Regione Puglia, l’associazione Antiracket Lecce e quella di Taranto, così come due ex dipendenti.