Cosa ne pensano i giovani pugliesi delle famiglie omogenitoriali?
Cosa ne pensano i giovani pugliesi delle famiglie omogenitoriali?
Nulla ci spaventa tanto quanto il diverso. Tranne l’eventualità di poter esser noi i “diversi”: è da questo assioma assolutamente irrazionale ed inconscio della mente umana che l’omofobia, come ogni altra forma di discriminazione, si origina.
In questi giorni ma in realtà da anni ormai – è forse dalle prime rivendicazioni di Stonewall del 1968 che queste voci han sempre trovato il coraggio di resistere contro chi le voleva vedere taciute – si parla di omofobia ed omosessualità. Tanti sono stati i progressi in materia di tolleranza nei riguardi della “diversità sessuale” – nonostante, come annunciò Ungaretti in un’intervista concessa a Pasolini, un’anormalità sessuale non esiste, come ogni altra forma di anormalità – effettuati negli ultimi decenni: basti pensare che fino al 17 Maggio del 1990 l’omosessualità veniva considerata una “deviazione patologica del comportamento sessuale” alla strenua di disturbi quali la pedofilia o la zoofilia.
A tutt’oggi, negli stati occidentali “civilizzati”, l’omosessualità è quasi pienamente accettata per la sua essenza: una variante fisiologica del comportamento umano. Ma il demone dell’omofobia è ancora lontano dall’essere esorcizzato.
Il 25 Settembre alle urne a risultare vincitrice è stata Giorgia Meloni con il proprio partito Fratelli d’Italia. Il centrodestra torna al potere. Il centrodestra torna al potere con una campagna elettorale, in materia di diritti civili, imperniata quasi totalmente sulla limitazione della crescente libertà concessa alle coppie omosessuali.
Non è passato molto tempo da quando la premier Meloni proclamava a gran voce “Io sono Giorgia, sono una madre, sono cristiana”. Dio, patria e famiglia: i tre cardini del conservatorismo italiano.
A Marzo del 2023, a pochi mesi dalla salita al potere del nuovo governo, arriva la direttiva dall’alto di bloccare nel Comune di Milano il riconoscimento per i figli delle coppie omogenitoriali. Scoppia la protesta, il Sindaco Sala si professa dalla parte degli oppressi e dichiara che intraprenderà la risposta al governo come “una lotta politica in piena regola”.
Scandalizzarsi è lecito ma in fondo le nostre coscienze erano al corrente di come il tutto sarebbe andato: quest’azione è assolutamente in linea con l’attività di lotta al Gender – nessuno ha mai teorizzato questa teoria Gender a cui la destra spesse volte s’appella – che Meloni, in fase di propaganda, sosteneva avrebbe portato avanti. Si sta semplicemente attenendo al proprio programma politico
Cosa ne pensano i giovani pugliesi delle famiglie omogenitoriali?
La Puglia, come il Meridione tutto, è una terra in cui per anni l’omofobia è dilagata più che in molte altre zone e le cause di ciò sono sotto gli occhi di ognuno. Il Sud è stato, fino al Secondo Dopoguerra ed anche molto oltre, una terra analfabeta, ignorante, poco industrializzata. Una terra di piccole provincie, di piccoli paesi e comunità. Una terra di agricoltori ed allevatori, una terra ancora scalfita in minima parte dal progresso della rivoluzione industriale. Ed in questa terra, vittima sacrificale di un’ignoranza all’epoca apparentemente irrimediabile, il pensiero cristiano cattolico della Chiesa Romana ha attecchito più che mai, ponendo le basi per la chiusa mentalità che ha afflitto il meridione fino a non molto tempo, che ostracizzava il diverso – specie l’omosessuale – come un elemento di grave disturbo alla comune morale.
“La sfrenata lotta al presunto Gender che la premier Meloni porta avanti è un voltare le spalle ad una larga fascia di popolazione, prevalentemente giovanile, che si sente discriminata dai propri stessi rappresentanti” dichiara Eva, 18 anni, tarantina, mentre brandisce fra le mani una bandiera arcobaleno ed un megafono. Riprende fiato. Poi continua “le coppie omosessuali non differiscono in alcun modo da quelle eterosessuali: la famiglia non è un’istituzione, famiglia è dove c’è amore”. Applaudono i suoi coetanei, una quarantina di ragazzi scesi in piazza in simbolico sostengo alle lotte di tutti gli omosessuali che negli ultimi giorni si son visti privati di diritti che oramai sembravano acquisiti.
Interloquendo con tutti questi ragazzi, è facile evincere il pensiero di ognuno di loro: desiderano libertà e non restrizioni, desiderano potersi esprimere senza categorizzazioni a reprimerli, desiderano vivere il proprio amore liberamente, alla luce del sole, sentendosi amati ed accettati dalla società che li circonda.
“Sono stanca di non poter stringere la mano alla mia ragazza per le strade del centro” dichiara esausta una ragazza tarantina che preferisce non rivelare il proprio nome per paura che il proprio segreto, la propria falsa aderenza all’eteronormatività possa esser messa in dubbio. E dovrebbe essere il suo desiderio d’anonimato a colpirci, più di quanto non lo faccia la sua dichiarazione che denuncia una realtà di cui già tutti eravamo al corrente. “Vivo la mia omosessualità come una condanna: i diritti che mi spettano in quanto essere umano (ndr fa riferimento al diritto d’adozione ed al diritto di riconoscimento come famiglia) sono nelle mani di gente che preferirebbe io non esistessi”
“Essere giovani e non rivoluzionari è una contraddizione persino biologica” dichiarò Salvador Allende ed anche in questa situazione non possiamo che concordare con questa citazione: i ragazzi, i giovani pugliesi, come moltissimi altri giovani in tutto il mondo, sono a favore del progresso, di un mondo più libero. Di un mondo in cui l’amore, in cui ogni forma d’amore, sia celebrata e onorata senza mai mettere in discussione la sua legittimità. In cui ogni forma d’amore sia tutelata in modo equo, in cui un bambino non debba avere una famiglia composta da una madre e da un padre, ma da una famiglia che si nutre d’amore e null’altro.