Il Tarantino che sogna l’America: da garzone a chef, Angelo vola negli States per la sua prima stella Michelin
servizio a cura di Antonello Corigliano
“Se io voglio realizzare una ricetta non sto mai attento a misurare i vari ingredienti … Una volta volli realizzare un piatto ideato da uno degli chef pluristellati di Milano, era un risotto particolarissimo. Tutti clienti furono contenti da quello che gli avevo preparato. Avevo improvvisato”
E’ un vulcano in eruzione quasi costante, con la voglia di cucinare e creare perché la sua “cucina è come la tela per un pittore e gli ingredienti sono i suoi colori”.
Angelo Vozza, 29 anni e con già alle spalle già 24 anni di esperienza ai fornelli. Il suo primo piatto lo realizzò con sua nonna a soli 5 anni e da lì non si è più fermato. Adesso però è pronto per portare la sua esperienza in America togliendosi qualche sassolino dalle scarpe.
Angelo, come ti sei avvicinato al mondo della cucina?
Era una domenica ed ero andato con la mia famiglia a mangiare dalla nonna. Per chi è Pugliese sa perfettamente che i pranzi domenicali sono simili a quelli fatti per un ricevimento nunziale.
Mia nonna era intenta a fare i cosiddetti calzoni, e io a 5 anni ricordo perfettamente di essere rimasto accanto a lei perché incantato da queste mani che stavano creando qualcosa di squisito per noi. La nonna è stata la mia prima insegnante.
Il cibo ai tempi dei social. “Un piatto, oggi, viene prima fotografato e poi assaggiato. Anche uno chef deve abilmente saperli adoperare”
E’ una passione che poi hai concretizzato con la scelta del tuo percorso scolastico, immagino.
Macché!!!! Quando comunicai ai miei genitori che avrei scelto come istituto superiore quello alberghiero mamma non fu proprio contenta. E così alla fine ho seguito più che la mia passione le indicazioni dei miei facendo il liceo classico.
Ricordi come passavi le tue vacanze scolastiche?
Mi sono sempre dato da fare e la mia passione per la cucina, a dire il vero, non mi ha fatto mai pesare il lavoro estivo. Ricordo che a 16 anni avevo il desiderio di comprare il mio primo iPhone. Andai a lavorare in un locale tutta l’estate, come stagista 12 ore al giorno guadagnando al mese 450€. Con quei soldi realizzai il mio desiderio. Quella è stata la mia prima esperienza di lavoro che mi fece comprendere quanto dura fosse la strada che stessi per intraprendere.
Risotto stellato. Risotto alla barbabietola rossa, crema di gorgonzola, vellutata di noci e purea di frutti rossi
Quindi dopo aver finito il tuo percorso di studi ti sei fiondato nelle migliori cucine d’Italia per imparare.
Anche questa cosa non l’ho fatta (ride, ndr). Mi sono arruolato in Marina facendo servizio a Reggio Calabria. Proprio qui la sera lasciavo appeso la divisa e ne indossavo un’altra andavo a lavorare in un noto ristorante dove ho potuto sperimentare tanto e allo stesso tempo imparare tantissimo.
E poi…?
Poi ho capito che questa passione doveva diventare il mio lavoro. Nel frattempo avevo fatto altre esperienze in altrettanti locali, come quelli della Capitale ma mi mancava qualcosa. Avere una cucina tutta mia. Così a 27 anni ho deciso di aprire un locale proprio nella mia Taranto il ‘LUX’ dove la parola d’ordine è ‘sperimentare’. Ho una massima che ho preso in prestito da Steve Jobs ‘le migliore idee nascono da un copia e incolla’. Prendo ricette già esistenti e le adatto, le rielaboro inserendo a volte anche nuovi ingredienti. Sono un po’ come il pittore e i suoi colori. Per fare questo studio tantissimo su testi specifici per poter apprendere dai grandi chef le tecniche innovative e classiche.
Gnocchetti di patata viola con burro di Normandia, capasanta flambè di bottarga di muggine
Senti ma com’è la faccenda americana?
Il covid, a dire il vero, non mi ha facilitato il lavoro. Attività nuova aperta e subito un lockdown. Così ho iniziato smanettare sul web e ho inviato un mio curriculum su una piattaforma dedicata al mondo della ristorazione. Con mia sorpresa sono stato contattato dopo qualche giorno da un paio di ristoranti americani interessati alla mia figura. Ho fatto dei colloqui grazie a delle videochiamate e adesso ho due proposte lavorative per l’America, la terra delle opportunità.
Angelo, con quale spirto lasci il tuo Paese
Lascio l’Italia un po’ con il magone, per una serie di motivi. Per le opportunità che mi sono state negate e perché qua ho gli affetti più cari. Avrei voluto realizzare il mio sogno nella mia terra ma sarà un modo per dimostrare a chi mi ha detto di no che si sbagliava. Vado in America con la consapevolezza di ripartire di nuovo da zero ma nella terra delle grandi opportunità e magari poter ritornare nella mia Taranto con la mia prima mia stella Michelin.