Primitivo di Manduria da record: volume d’affari di 182 milioni di euro con 28 milioni di bottiglie vendute
Davvero inarrestabile il successo del pluripremiato vino delle cantine aderenti al Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria. Un successo che fino a qualche decennio fa sarebbe apparso come una remota ipotesi, oggi è divenuta certezza. Quella certezza che, perfino in momenti come questi dell’emergenza pandemica, suscita entusiasmo e fa guardare con un certo ottimismo verso il futuro. Oggi, impossibile non complimentarsi con tutte le aziende aderenti al Consorzio che grazie al loro impegno e professionalità, hanno permesso la produzione e vendita di 28 milioni di bottiglie, pari a circa 21 milioni di litri di Primitivo, con un giro d’affari di oltre 182 milioni di euro. Questo il bilancio del 2020 che ha fatto registrare un incremento del volume d’affari di circa il 26%. Da premettere che il Primitivo Doc, rappresenta il 91.6% dell’intero imbottigliato, il Riserva doc il 7.9% ed il dolce naturale Docg lo 0.5% e che oltre il 70% della produzione è destinata all’estero. Molti, infatti, sono gli estimatori del prodotto anche oltre oceano. Come si è rilevato recentemente, tra i nuovi Paesi acquirenti, figurano: la Corea, il Vietnam e il Kazakistan, segnale questo di una giusta politica di marketing e diffusione del prodotto di alta qualità. Un fenomeno registrato in Europa, invece, è quello riferito dal vicepresidente del Consorzio di Tutela, Roberto Erario, presidente dell’omonima cooperativa e riguarda la richiesta di alta gradazione del Primitivo da parte di Paesi come la Germania, l’Austria e la Svizzera, dove, fino a ieri erano soliti prediligere vini a basso grado, al massimo di 12 gradi. Ma, sulla crescita registrata fino a raggiungere il volume d’affari di 182 milioni di euro, non poteva mancare il commento del presidente del Consorzio di Tutela Mauro Di Maggio. “Questa crescita, dice, è la dimostrazione che le nostre cantine puntano sulla nostra doc e che la passione dei consumatori non accenna a diminuire”. La nostra area vitivinicola sta cambiando pelle più rapidamente di altri grazie ad un’economia che sta crescendo e in grado di fare ulteriori salti di qualità. “A questi dati, che non ci sorprendono –rimarca Di Maggio – si deve poi aggiungere il ricambio generazionale, in quanto, ci sono molti giovani che si stanno affacciando in questo settore con la voglia di continuare il lavoro dei vecchi viticoltori e con competenze elevate e grande passione”. Il Presidente fa inoltre notare che il lavoro agricolo si sta trasformando; le aziende locali, piccole e grandi, operano in attività multifunzionali che vanno dalla trasformazione e vendita aziendale del vino fino all’enoturismo. Il 35% delle cantine del comparto Primitivo ha attirato le energie della nuova generazione, giovani appassionati di vino che hanno una preparazione cosmopolita”. Aggiungiamo che, in un periodo come il nostro, in cui si è soliti affidarsi anche alle proiezioni, soprattutto per ciò che riguarda gli affari, si può affermare che la tendenza del Primitivo è in netta ascesa e che, coloro che hanno investito in questo prodotto, ne trarranno senza dubbio sempre maggiori soddisfazioni sia sotto il profilo professionale che economico.
Gianluca Ceresio