RIVOLUZIONE GENTILE DI FRANCESCO EMANUELE DELVECCHIO
La Puglia si conferma fùcina di talenti, terra regina di talenti e innovazione.
Viviamo in un’epoca in cui la vittoria sembra essere l’unico metro per misurare il successo o l’insuccesso di una persona. Occorre primeggiare sempre: a scuola, a lavoro, nella vita privata, nel raggiungimento dei propri obiettivi. La sconfitta non è contemplata, l’unico fine sembra essere il Vincere.
Chiediamolo a Francesco Emanuele Delvecchio cosa significa vincere, perché nella vita “ Tutti vogliono vincere, ma non tutti ne sono capaci “.
Ho avuto il piacere di incontrare il regista che ci ha parlato di questo suo interessante progetto che, sicuramente, segna l’inizio di una carriera di successo dietro la macchina da presa.
È Francesco Emanuele Delvecchio attore e regista a vincere il miglior cortometraggio italiano presso il GeofilmFestival di Cittadella in Veneto, la finale andata in onda sabato 21 novembre 2020 presso la piattaforma online dello stesso festival che ha visto collegati molteplici paesi dal mondo 70 in tutto.
Tra le visioni più emozionanti e intense, una selezione avvenuta su un numero di più di 5.600 prodotti, il Docufilm sulla plastica nei mari e la riqualificazione dell’ ambiente, è stata proprio lui a regalarcela.
Francesco, dove e quando nasce il progetto di “ Rivoluzione gentile “?
Rivoluzione gentile nasce attraverso un racconto di un diario che l’autore Alessandro Baviello ha raccontato in una pagina dello stesso diario in una domenica di Clean up, cioè di pulizia di una spiaggia. La visuale di una tartaruga spiaggiata ed esanime, ha permesso la gestazione e la nascita del docufilm.
Da regista ho avuto rispetto di questo suo racconto, siamo partiti da un Murales inaugurale fatto su una scuola.
Con Rivoluzione Gentile sei entrato a gamba tesa e senza filtri, mostrando dall’interno, quello che subiscono gli animali marini. Raccontare in maniera così onesta e sincera ti ha messo più in difficoltà come regista o come uomo?
L’obiettivo è che il docufilm arrivasse allo spettatore, non è stato facile mostrare la propria intimità e le proprie fragilità ma devo dire che ho percepito immedesimazione ed empatia da parte di tutti i collaboratori, un’esperienza che non dimenticherò.
Durante la I giornata di riprese, c’erano molti volontari, con l’obiettivo di riqualificare l’ambiente dei luoghi in cui noi viviamo.
Sono partito da un aforisma, è stato il mio mantra, di Lev Tolstoj“ Se vuoi essere universale, parlami del tuo villaggio “.
Mostrando le due facce della stessa medaglia, hai creato un giusto equilibrio tra le situazioni più gioiose e quelle più complesse, ma c’è stato qualcosa che hai sentito e che hai voluto lasciare fuori campo?
L’universalità l’ho raccontata attraverso un racconto molto semplice ma d’ impatto, senza riprese edulcorate e tecnicismi che facessero perdere le persone che stavo raccontando, non ho voluto inventare nulla ma raccontare la realtà. Questo il mio credo. Sono riuscito a proiettare quello che vedevo avallato dal racconto semplicemente di quello che so fare. Non mi è mai piaciuto omologarmi a terzi, ho semplicemente raccontato con gusto la semplicità che mi contraddistingue. Ho una libertà espressiva pressoché illimitata che sovente deve fare i conti con condizioni desolanti. I miei film sono difficili e reali da fare, più difficili da guardare ma non lasciano indifferenti: e, questo, penso sia un valore da salvaguardare.
Ha incontrato difficoltà produttive?
Credo che non esistano produzioni dove non ci siano difficoltà, più si vuole alzare l’asticella e più è facile sbagliare. Fortunatamente ho avuto dalla mia parte persone davvero uniche.
Come è stato lavorare con il cast?
È stata un’esperienza indelebile che porterò sempre con me. I protagonisti sono stati molteplici nel territorio barese, quali Fabrizio Milone di Retake Bari, il Prof. Antonio di Bello della Sea Turtle Clinic Noci – Valenzano Cattedra di Medicina Veterinaria presso l’università di Bari, l’ex Rettore Antonio Felice Uricchio della Facoltà di Giurisprudenza che ha voluto fortemente patrocinare il progetto, Legambiente, Greenpeace, l’ Assessore all’ Ambiente del Comune di Bari Pietro Petruzzelli, le associazioni ed enti privati, l’autore dell’opera Alessandro Baviello, il produttore esecutivo Giancarlo Spinelli, la Blomb Pictures e i tanti volontari con lo stesso modus pensandi che ci accomuna : “ Noi non siamo padroni dell’ Ambiente, siamo solo ospiti “ , urge praticare atti di bellezza a casaccio, soprattutto l’ambiente merita ciò, solo attraverso queste azioni troverebbe giovamento.
Esistenze una differenza sostanziale tra documentario e docufilm?
In definitiva si, mi reputo un regista non un despota, sono una persona che ascolta, osserva e ha rispetto delle immagini. Il regista è una traiettoria, io rappresento la traiettoria di questo racconto. L’ho definito docufilm perché ha a che fare con la poetica, ho giocato sul Sé, un racconto fuori dagli schemi ordinari, dove c’è rispetto dell’ambiente e degli esseri umani. Invece il documentario si basa su elementi scientifici, va a scavare la verità. Questa la differenza sostanziale.
Perché l’ha intitolato Rivoluzione gentile? Cosa intende per Rivoluzione?
Rivoluzione gentile perché è un ossimoro, non è detto che la Rivoluzione bisogna farla imbracciando armi o fucili, la rivoluzione si può metterla in pratica attraverso il sentimento che si può mettere per la città. Se l’uomo è il custode della propria città, sono riuscito ad entrare nei meandri di alcuni uomini.
Ci puoi anticipare qualcosa sui nuovi progetti?
Sto scrivendo un altro docufilm sulla vita di Matteo Bonadies console di Malta per la Regione Puglia a Bari, con lui ci sarà anche l’ex atleta nazionale Matteo Ricatti.
Cosa ha provato quando è stato reso edotto della vittoria?
Vincere il Golden Earth Cittadella e quando l’assessore alla cultura e politiche giovanili Francesca Pavan ha aperto la busta in diretta annunciando l’ultimo premio in gara come Miglior corto italiano, è provato un’emozione indescrivibile. Ho voluto dedicare questo premio alla mia Puglia, infatti essa nel 2019 ha attuato un’importante campagna di sensibilizzazione sulla plastica nei mari anticipando di ben due anni le direttive CE.
Abbiamo risorse per aiutare il Pianeta e i suoi abitanti, dobbiamo testimoniare il nostro agire in difesa del bene Comune.
Quale messaggio vuoi trasmettere con Rivoluzione gentile?
Semplicemente il mio monito è quello che bisogna lottare per qualcosa di bello, per sentirsi ed essere vivi.
Occorre raccontare il proprio villaggio, l’essere universali partendo innanzitutto da sé stessi, dal centro del cuore, perché partendo dal cuore, tutto si muove in azioni buone che rendono migliori anche gli altri. Tante gocce d’acqua messe insieme, possono formare un mare: un mare migliore, fatto di sogni in cui sperare.
Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare.
Grazie Francesco .. rammentiamo che sia l’essere e non l’avere a porre in luce un uomo, così che egli possa dirsi l’uomo.
Per Aspera ad Astra.
Francesca Brana’