Come vivono il Covid i VIP pugliesi
Domenica scorsa, memoria liturgica di Santa Cecilia, in tanti luoghi d’Italia si apre il periodo natalizio e a Taranto e provincia la notte si dissolve nell’alba tra suoni di marce pastorali e morsi a calde pettole.
Anche quest’anno, nonostante la corrente emergenza sanitaria causata dalla diffusione del contagio da Covid-19, pur nel rispetto delle restrizioni questa data ha visto l’apertura del periodo natalizia, seppur soltanto simbolicamente per tanti aspetti.
Quattro celebrità pugliesi, ospiti del direttore nel salotto virtuale della trasmissione domenicale: andata in onda su Puglia Press TV, si tratta del conduttore televisivo Alessandro Greco, della cantautrice Dolcenera, dell’attore e comico Uccio De Santis e della tennista Flavia Pennetta.
Covid-19, lavoro, famiglia e Natale: questi i temi ricorrenti nelle interviste, divenute più che altro amichevoli e confidenziali chiacchierate tra i quattro ospiti e il direttore Rubino, portavoce del pubblico che da casa ha potuto interagire tramite apposita chat.
Alessandro Greco, da venticinque anni uno dei più noti conduttori televisivi e radiofonici, nativo di Taranto, così racconta la “sua” Santa Cecilia: “Come non ricordare i suoni melodiosi della banda cittadina e soprattutto il profumo che si sprigionava – e si sprigiona ancora, come mi risulta – delle nostre pettole… a partire dalla mattina presto si cominciava a sentire questa fragranza meravigliosa nelle nostre case, un misto di sensazioni gradevoli, il primo segno del periodo natalizio che è sempre un momento di riunione per tutte le famiglie. In particolare il mio ricordo è quello che mi vedeva sempre in prima fila ad assaggiare queste delizie, preparate in abbondanza a casa mia! Ora vivo in Toscana, tra Arezzo e Firenze, spostandomi spesso nei centri di produzione radio e tv… ma sono sempre legato alla mia città, Taranto”.
E da una “zona rossa” qual è in questo momento la Toscana, il popolare conduttore lancia il suo appello a chi ha responsabilità di governo: “Cerchiamo di essere collaborativi per il bene di tutti; chi governa però faccia capire con chiarezza quali sono le linee guida senza che ogni giorno qualcuno si svegli con nuove indicazioni, per evitare che la gente vada in confusione e che – in questo clima di difficoltà – aumentino la preoccupazione e l’incertezza. In questo momento, più che in altri, bisogna essere necessariamente attenti a quello che provano le persone nella loro quotidianità”.
“A Natale si riaprirà? – si chiede Alessandro Greco – Questo è auspicabile e farebbe piacere ma indipendentemente dalla problematica presente in modo diverso nelle varie regioni d’Italia, penso che non si debba ragionare a compartimenti stagno, guardando la situazione nel suo complesso”.
Infine Greco confessa: “In questo momento, difficile e impegnativo per tutti, mi sento un privilegiato, avendo la possibilità di poter comunicare con tanta gente attraverso la radio (dal venerdì alla domenica sono in onda su RTL 102,5) e la televisione… percepisco la bellezza e l’importanza di poter comunicare a chi mi ascolta e mi vede, una missione che cerco di portare avanti con slancio e con entusiasmo. Lo stesso farò tra qualche settimana, il 19 dicembre, su Rai 1, conducendo una sezione della campagna di solidarietà per Telethon”.
Confidenziale la conversazione con Dolcenera; per la cantautrice salentina il blocco totale di marzo e aprile è stato sopportabile, come spiega: “In qualche maniera sentivo che il mondo si era arrestato e – nonostante la tragedia sanitaria che tutti già vivevamo – ho percepito ciò quasi come qualcosa che potesse in un certo modo farci fermare, dimenticandoci del quotidiano correre sempre alla ricerca di non si sa che cosa; forse un briciolo di positività nel grande quadro della tragedia e del disastro che ancora continua e che ci trova impreparati di fronte a un qualcosa che è ancora per tanti aspetti sconosciuto”.
Dolcenera ha raccontato di riuscire a far fronte alla paura del contagio con una corretta informazione, fatta da fonti scientifiche, affidabili, autorevoli. Se alla prima ondata la cantautrice ha reagito positivamente, pur non riuscendo a scrivere, racconta che l’estate – pur fra mille precauzioni –le ha ridato ispirazione e carica; ora però dice di avvertire una “fatica da pandemia”, fatica di sopportare questa seconda ondata con le restrizioni che essa comporta. A questo, secondo Dolcenera, si può reagire in due modi: sottovalutando la portata del fenomeno, comportandosi secondo affermazioni del tipo “va be’, mi prendo il Covid…” oppure avendo pazienza, come dice di aver scelto di fare, consapevole del fatto che si tratta di un rischio che non si può correre, per il bene proprio e dei propri cari, della collettività. Come giustamente afferma la cantautrice pugliese, “C’è difficoltà nella gestione ordinaria della sanità, delle strutture ospedaliere con un rallentamento pesante e non minimo. Per il bene delle strutture sanitarie e quindi anche nostro dobbiamo essere attenti perché tante cure, solitamente scontate, in questo momento sono più difficili da erogare. La mia reazione a questo? Calma, resilienza, pazienza perché comunque c’è da far così nell’interesse comune. Non c’è altro modo”. E alla domanda se – una volta messo in circolazione – voglia essere vaccinata contro il Covid-19 afferma: “Be’, in merito ai vaccini ci penso spesso. Le grandi vaccinazione di massa nella storia sono state effettuate non per virus ma per fenomeni diversamente gravi diffuse da batteri. Ho amici che potremmo definire “negazionisti” non tanto per il Covid-19 quanto per i vaccini: io ci discuto ma ne prendo le distanze. Penso che l’uomo sia stato in grado nel corso dei secoli di fare grandi cose, sia capace di gesti estremi di bontà e di coraggio e al tempo stesso di fare delle cavolate. Quando sento dire che i vaccini sono generalmente inutili e addirittura dannosi credo lo si dica tanto per dire. Certamente però l’ambiente sanitario deve essere pulito, immacolato perché la gente possa fidarsi e nessuno possa trovare appigli per ipotizzare mosse “sotto banco” o supporre logiche non trasparenti… in tal modo, infatti, si aggrava la posizione di chi già è polemico, come nel caso dei “no vax”. Un po’ come in politica quando si susseguono scandali su scandali: passano gli anni e le persone si disaffezionano dalla politica, il sentimento comune non ci crede più. Ecco: questo nella sanità non deve, non può accadere”.
Ma mettendo da parte la parte grigia del momento che stiamo vivendo, invitata dal direttore Antonio Rubino a guardare al Natale ormai prossimo, Dolcenera confida: “Io e mia mamma ci siamo già messe d’accordo: quest’anno a Natale non ci si vedrà. Almeno in presenza. Solitamente lei viene da me oppure io torno in Puglia. Quest’anno però credo che dobbiamo provare a fare una cosa diversa anche perché non ci sono valide alternative. È rischioso, per esempio, per me incontrare i miei genitori sebbene io sia sempre particolarmente attenta, così come lo sono stata anche quest’estate indossando la mascherina e rispettando il distanziamento. Forse al Sud non si è avuta adeguata percezione di quanto la prima ondata abbia danneggiato la popolazione del nord Italia, avvertendo quasi con risentimento l’esser stati chiusi forse ingiustamente per le differenti proporzioni della diffusione del contagio. Ora però dobbiamo davvero stare attenti tutti: quest’anno è d’obbligo evitare gli affollamenti natalizi, telefonandosi, videochiamandosi, stando vicini in altro modo”.
Per il campione della comicità pugliese Uccio De Santis il Covid-19 è stato tutt’altro che qualcosa di cui si è soltanto sentito parlare. Nel mese di settembre infatti è risultato positivo, beccandosi il virus nel corso della sua tournee in varie regioni d’Italia, nonostante il rigido protocollo di prevenzione a cui – sia lui che i suoi collaboratori – si sono sempre attenuti. Ma nonostante il Covid-19, al comico barese il sorriso non è mai mancato; infatti ricorda: “Nei mesi di marzo e aprile mi sono divertito con le storie di Instagram a realizzare ironiche telefonate con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in cui fingevo che mi chiamasse per chiedermi consigli, che cosa fare e che cosa non fare. La gente si divertiva… ho reso un servizio per allentare la pressione. Sempre con il sorriso, dunque? A questa domanda del direttore Antonio Rubino, l’attore risponde: “Quando ho scoperto di avere il Covid-19 non è stato uno scherzo. Sì, ho avuto pochi sintomi, per me è stata come una influenza di quelle belle forti, con febbre e qualche fastidio nella respirazione; grazie a Dio, nulla di più. Ma sono rimasto in casa, isolato, per ben 21 giorni. Quando è successo, a settembre, la situazione ancora era relativamente tranquilla… tra l’altro avevo uno spettacolo a Lugano, programmato inizialmente per gennaio: ebbi un incidente stradale e fu rimandato la prima volta. Lo abbiamo spostato a marzo ma il lockdown ne ha impedito lo svolgimento. La data infine era stata fissata per settembre ma a ridosso sono stato colpito dal Covid. Insomma… mi hanno mandato a quel paese!”.
Il direttore “scava” nelle attività del comico De Santis chiedendogli di che cosa si stia occupando in questo periodo di quiete forzata. “Be’, in questi mesi stiamo mandando in onda su Telenorba la stagione 2020 del Mudù, con barzellette nuove e vecchie rinnovate, con un cast arricchito, partendo dal nostro consueto ingrediente: la simpatia e l’amore per il pubblico. In queste settimane, assieme al regista Vito Cea, stiamo lavorando alla produzione delle puntate del Mudù, quindi, che saranno trasmesse fino a Capodanno. Niente teatri, niente piazze, niente palchi… ma giornate intere in regia e lavorare per i nostri telespettatori”.
Un rapporto – quello tra il direttore Rubino e Uccio De Santis – trentennale, legato alla figura di Enzo Zambetta, organizzatore di eventi di rilievo e referente di Miss Italia per la Puglia; a questo ricordo, nel corso dell’intervista, sono legati tanti episodi condivisi nelle piazze e in tanti eventi, realtà che quest’anno mancano tanto.
Tutta “dall’altra parte della rete” invece la chiacchierata con Flavia Pennetta, la tennista brindisina vincitrice degli US Open 2015, seconda italiana di sempre ad aver vinto un torneo del Grande Slam diventando a 33 anni la tennista più anziana di sempre ad aggiudicarsi il primo Slam della carriera.
Una donna da record, come ricorda il direttore Rubino, che le chiede se abbia mai contato quante partite di tennis abbia giocato in vita sua. La campionessa, schermendosi, con modestia afferma: “Non saprei… tante, tantissime se devo contare anche quelle giocate da piccola nei tornei provinciali e regionali. Posso però dire con certezza che forse sono più quelle che ho perso di quelle che ho vinto!”. Moderazione a parte, la grande tennista, che in una finale storica batté la corregionale tarantina Roberta Vinci, sentenzia: “Tutte le vittorie sono importanti perché ciascuna ha la sua storia dietro. Il Grande Slam è il torneo che si sogna fin da bambini ed è quello che ho coltivato nei miei sogni. Da piccola sognavo di vincere un Grande Slam, di essere la tennista numero uno al mondo, di vincere il “Roma” (il torneo “Internazionali d’Italia”, ndr) e la Fed Cup… diciamo che di questi quattro sogni ne ho realizzati due per cui mi ritengo davvero soddisfatta per il percorso che ho compiuto. La mia è stata una bella carriera, con momenti meravigliosi, quindi quando ho lasciato l’ho fatto con molta serenità, non aspettandomi tra l’altro di potermi sentire in pace con me stessa così com’è stato”.
Ma Flavia Pennetta ha sempre sognato fin da piccola di fare la tennista oppure aveva anche altri sogni? “Certamente sognavo di essere tennista – conferma Pennetta – ma sognavo in genere lo sport, adorando la pallavolo e l’equitazione, sport, quest’ultimo, che amo e pratico ancora oggi, appena posso. Sicuramente però il mio più grande sogno è sempre stato quello del tennis: da piccola nella mia stanza avevo poster di tennisti e tenniste, prendevo la racchetta in mano spesso e la tenevo per ore e ore anche quando non mi allenavo, giocando da sola a lanciare e prendere la palla contro il muro”.
La campionessa, brindisina DOC, ora sposata con il collega Fabio Fognini e mamma di due bambini, ora vive tra la Puglia, la Liguria e in giro per il mondo, seguendo il marito. Il suo rapporto con Brindisi resta però molto forte, essendo particolarmente legata a mamma, papà e ai tanti amici che ogni volta l’attendono, essendo lei molto spesso di ritorno nella sua città. E fa sapere che pur restando in Liguria a trascorrere il Natale con marito e figli, assieme ai suoceri, il suo sarà un Natale “pugliese” o meglio “brindisino”, occupando di abbellire casa secondo la tradizione della sua famiglia, promettendosi di preparare per i propri piccoli le leccornie sotto la sapiente guida – telefonica e video – della paziente mamma, sapiente preparatrice di squisitezze. Un legame particolare quindi per Flavia Pennetta con questa festa: “Il Natale per la Flavia di oggi – conferma la tennista – ha lo stesso valore per la Flavia bambina. Anzi, ora è ancora più bello perché ho due bimbi piccoli a cui voglio trasmettere l’amore che ho io per questa solennità, dunque ora sono alla ricerca di decorazioni natalizie che, da buona pugliese, ritengo indispensabili per la mia casa. Amo il Natale, tutto ciò che è Natale e che lo rappresenta; la mia casa sarà super addobbata, illuminata e arriverà anche Babbo Natale per i miei bambini!”.
Flavia, la donna dei record, la campionessa che fin da bambina sognava di esserlo. Ma il direttore Rubino ha ancora una curiosità da soddisfare: quando una donna raggiunge il sogno della sua vita, continua a sognare? “Sì – afferma decisa Pennetta – cambiano gli obiettivi ma si continua a sognare. Sarebbe davvero un peccato smettere di sognare o non poter più desiderare qualcosa. Penso che avere sogni e alimentarli sia fondamentale per una persona, perché continui a vivere, a lottare per qualcosa che desidera fortemente. Io, dopo il tennis, sognavo di diventare mamma e in questo ci sono riuscita, grazie a Dio; sono mamma di due bambini e ora, di conseguenza, sogno di essere una brava mamma, educando i miei figli come i miei genitori hanno con me, per proteggerli e seguirli”.
Quattro personaggi – Alessandro Greco, Dolcenera, Uccio De Santis e Flavia Pennetta – accomunati dall’essere pugliesi ma anche, dal salotto del direttore Rubino, interpreti della speranza che sia un Natale sereno per tutti.
Pierdamiano Mazza