Scuole nel caos
Prorogato lo stato di emergenza al 31 Gennaio con obbligo di mascherine. Eppure si sbaglia ancora e i casi i aumentano sempre di più. Tutto questo dopo il riavvio delle normali attività, come andare a scuola. Ma qual è la giornata tipo nella scuola. Cosa fanno i bimbi più piccoli? A raccontarcelo è Carla, nome di fantasia di una nota scuola elementare del tarantino. Ore 8: raccolta degli alunni ai boxe dove li aspettano le maestre. I genitori li lasciano e vanno via. Quando va bene. In molte scuole, invece, sono gli stessi genitori a creare assembramenti perché una chiacchiera tira l’altra e alle volte lo fanno anche non rispettando i dispositivi di sicurezza previsti dalle regole anti covid19. Le mascherine per molti continuano ad essere un optional. Eppure a quanto pare, come ci dice una pediatra del capoluogo ionico attenta e scrupolosa nel seguire il suo lavoro, secondo studi americani, l’ uso prolungato delle mascherine non creerebbe problemi neanche ai broncopatici. Ma tornando alla giornata tipo, Carla così continua: “una volta all’interno della scuola, ciascun alunno in fila indiana segue sempre uno stesso percorso grazie ad una segnaletica per terra. Entriamo nelle classi e dico loro di togliersela. Io, in verità, mi ritengo fortunata perché ho una classe di 18 bimbi quindi più o meno sono gestibili. La situazione è più difficile per le colleghe che hanno classi numerose. In classe comunque assisti alle scene più svariate dal bimbo a cui si rompe la mascherina e si tocca occhi, naso bocca a quello a cui cade per terra e la riprende perché ignaro di quelle che potrebbero essere le conseguenze. Bimbi che si alzano e si avvicinano ad altri bimbi senza alcuna protezione. E classi pollaio con 27 alunni da gestire, da sole. Bimbi che lamentano mal di pancia, mal di gola, mancanza di aria. Insomma i disagi per gli insegnanti aumentano sempre di più e di conseguenza anche i casi di covid 19 sono sempre più in salita. Questo è quanto accade in una classe della scuola elementare poi non parliamo di quello che succede nelle scuole medie, superiori laddove le lezioni non avvengano a distanza, dove i ragazzi si trovano nelle aule senza rispettare le regole necessarie a bloccare il diffondersi del corona virus. Dallo stesso ministero dell’Istruzione è arrivata più volte l’indicazione di usare le mascherine per il personale ma anche per i bambini e i ragazzi. Eppure basta andare in una scuola e vedere che le regole non sempre sono rispettate come si dovrebbe. Spesso capita di vedere collaboratori scolastici aiutare i bimbi a chiudere cartelle senza la mascherina. Eppure i Presidi capiscono bene l’importanza di usare un dispositivo simile tanto da averle acquistate a spese della scuola stessa per ottemperare a quello che avrebbe dovuto fare il Governo. Intanto il quantitativo fornito da quest’ultimo, a volte non basta. Per tutti gli istituti pubblici e paritari, dall’1 all’11 settembre c’è stata una prima fornitura di 41 milioni di mascherine chirurgiche, destinate ai corsi di recupero. In distribuzione 110 milioni di mascherine, 77 milioni per gli adulti e 33 milioni per i bambini dai 6-ai 10 anni. Ma come saranno distribuite 11 milioni di mascherine? Arcuri specifica che la “consegna sarà a cadenza settimanale, bisettimanale o mensile a seconda del numero degli alunni e del personale al fine di non gravare sullo stoccaggio del materiale”. E a confermare il piano di Arcuri sono anche gli uffici di viale Trastevere: “Hanno fatto una prima consegna, ma prima del 14 arriveranno quantitativi più alti per soddisfare il fabbisogno di alunni e docenti”. Pura promozione o e’realmente così? Ci auguriamo che in questo momento così difficile e delicato il Governo tramite la Protezione civile sia in grado di ottemperare a tutte quelle misure necessarie che è chiamato per dovere ad adottare e che il rifornimento delle mascherine sia una priorità da portare avanti consegnando dei dispositivi che possano essere ad personam per i bimbi!!!