La dottoressa Cimino molla lo studio di San Pietro in Bevagna: utenti senza assistenza.
Una sede inidonea da condividere con la guardia medica estiva, poi lo sfratto improvviso per far spazio alle cabine elettorali, hanno contribuito a far assumere la decisione definitiva alla dottoressa Alessandra Cimino, di abbandonare l’ambulatorio di medicina di base di San Pietro in Bevagna. Quel locale, di proprietà comunale, dove in precedenza era allocata la guardia medica estiva, è stato concesso in comodato d’uso alla Asl affinchè potesse garantire una sede per il medico di base che, per la prima volta nella storia, era stato concesso alla località marittima manduriana. Tutto procedeva per il meglio inizialmente, fino a quando, la scorsa estate, turisti e pseudo tali, pretendevano (spesso con toni minacciosi) visite e prescrizioni a seguito della confusione creata dal cartello indicante appunto guardia medica estiva oltre a quello di studio medico Cimino, affisso sulla stessa porta. Malgrado sia stato segnalato questo particolare nessuno se ne è occupato. Oggi si finisce addirittura per sgomberare da parte comunale l’arredo dello studio medico, per installare le cabine elettorali anche per il referendum, ed è stata questa la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Infatti, in quelle condizioni la dottoressa ha deciso di lasciare, con vivo rammarico da parte di tutti quegli utenti che abitano le marine di Manduria che quindi perdono un prezioso punto di riferimento per la continuità assistenziale. Forse, sarebbe stato meglio se si fosse trovata sin dall’inizio un’altra collocazione, in tal caso si sarebbero evitati problemi e malintesi.