La vendemmia promette bene in Puglia, nonostante le bizzarrie climatiche e il Covid-19
La mappa delle province pugliesi conferma quanto detto prima. La vendemmia di quest’anno, comunque, è influenzata anche dalle misure anti contagio coronavirus e dalle difficoltà di spostamento degli stagionali agricoli stranieri. A quest’ultimo riguardo, necessita un intervento mirato ed eccezionale giacchè si stimano 25 mila posti di lavoro da occupare. Ovviamente, le ottime prospettive dei vini pugliesi Negroamaro e Primitivo non bastano a superare la crisi Covid. Chiunque del settore agricolo sollecita l’attivazione della misura 21 del Programma sviluppo rurale (Psr). Questo, per esempio, darebbe alle cantine un incentivo allo stoccaggio, una boccata d’ossigeno alle aziende. Intanto, è stato un successo la 54esima Sagra del Vino di Carosino. La città jonica è uno dei luoghi simbolo del Primitivo pugliese ed è stato il primo Comune dell’attinente area a puntare sulla valorizzazione di questa produzione. Sul tema delle politiche agricole nazionali ed europee nel settore vitivinicolo e di tutela del Primitivo, si è tenuta specifica conferenza. Vi hanno partecipato il Ministro Teresa Bellanova; il sindaco di Carosino, Onofrio di Cillo; Mario La Pesa, assessore comunale al ramo; Luca Lazzaro, Presidente di Confagricoltura Puglia; Paolo Leo, Vicepresidente del Consorzio Tutela Primitivo; Ciro Maranò, direttore del Gal Magna Grecia. Il Ministro Bellanova ha puntualizzato ciò che gli sta maggiormente a cuore; ossia, che “l’agricoltura e la filiera agroalimentare sono un settore strategico per il futuro, non solo sotto il profilo economico ed occupazionale, ma anche sotto quello paesaggistico. Questo, perché aver considerato, a torto, per anni l’agricoltura un settore residuale, ha determinato l’abbandono delle terre e lo spopolamento delle stesse. Invece -ha aggiunto il Ministro- noi possiamo e dobbiamo, anche forti della nostra unicità e biodiversità, puntare su questo segmento”. Investimenti, risorse, competenze: “Sono queste le parole chiave. Ciò significa difesa delle produzioni e delle identità territoriali ed io non ho avuto alcuna esitazione nel dire che il Primitivo deve continuare a interpretare e rappresentare questo territorio.
E tutto ciò vale per il vitigno in specie come per la Falanghina o per l’Amarone”. Poi Bellanova ha puntualizzato la sua azione politica e di governo: “Sul settore vitivinicolo si è fatto tanto in questi mesi. Abbiamo previsto interventi specifici, a partire dalla decontribuzione; sostenuto il settore con il bonus a fondo perduto, destinato al mondo della ristorazione che aveva solo un vincolo: il prodotto Made in Italy; previsto nelle nostre Ambasciate all’estero personale del Ministero per facilitare relazioni e scambi, a disposizione anche delle nostre imprese; stiamo avviando una grande campagna di comunicazione. Ma molto altro c’è da fare, a partire dalla formazione, che in questo settore più che in altri è essenziale per favorire l’innovazione, per saper esser attrattivi per le giovani generazioni e le loro sensibilità ambientali.
Per questo ed a maggior ragione dobbiamo essere capaci come Paese di non sprecare neppure un euro delle risorse che l’Unione Europea ci mette a disposizione, indirizzandole proficuamente. Indubbiamente, è questa la sfida che spetta al Governo nazionale di cui faccio parte, ma lo sarà anche per il prossimo Governo regionale, mi auguro in discontinuità con quanto è accaduto in questi ultimi anni”. Nel merito l’intervento del Presidente Confagricoltura Puglia, Luca Làzzaro: “Sarà un’ottima annata ed è una notizia che ci voleva in questi tempi dove prevale l’incertezza per la pandemia. La buona notizia, però, deve portare a rimettere al centro della discussione lo sviluppo produttivo ed economico delle eccellenze pugliesi, tra queste il vino Primitivo. L’enogastronomia italiana è amata in tutto il mondo perché ogni regione ha la sua tipicità, la sua tradizione. Se tutti producessero tutto sarebbe la fine di una peculiarità quasi esclusiva del nostro Paese nel panorama mondiale. L’Italia è un paese vario dove non solo ogni regione ha un suo vino e una sua cucina, la sua produzione autoctona, ma, addirittura, ogni provincia, a volte, ogni territorio”. Di qui il richiamo lungimirante di Confagricoltura sulla Doc per vigneti di primitivo in Sicilia. “Quando per primi come Organizzazione di categoria regionale abbiamo denunciato il problema e le gravi conseguenze, ci attendavamo una convergenza politica e associativa che, per fortuna, c’è stata. Permettere l’impianto dei vitigni e la produzione del Primitivo in Sicilia o in altri territori che non siano quelli storicamente consolidati, è un danno enorme per la Puglia e la Basilicata e un precedente pericoloso per tutto il Paese. Secondo una recente stima, quello del vino Primitivo, solo per la Doc Manduria, è un giro d’affari da 140 milioni di euro che, nell’anno 2019, ha visto imbottigliare quasi 17 milioni di litri per oltre 23 milioni di bottiglie. Un aumento di circa il 12 per cento rispetto al 2018”. Chiaramente, la produzione deve marciare pari passo con la commercializzazione. “Auspichiamo – ha concluso Lazzàro- che il circuito Ho.Re.Ca. (hotel, ristoranti e bar) riprenda a pieno ritmo a lavorare e che l’attenzione verso i vini del territorio, dimostrata anche dalla presenza del Ministro Bellanova a Carosino, prosegua con la tutela e la valorizzazione di tutte le eccellenze enogastronomiche della Puglia. E’ impensabile difendere le tipicità regionali e non investire risorse per farle conoscere e apprezzare in tutto il mondo”.
R. C.