“JERUSALEMA” IN UNIFORME
Nella maggior parte delle commedie shakespeariane, il lettore o l’attento spettatore riesce ad immergersi in situazioni che sviluppano due vicende parallele. Per esempio, in Much Ado About Nothing, una delle opere più importanti di Shakespeare, la vicenda principale, quella di Hero e Claudio, passa in parte in secondo piano davanti a quella di Beatrice e Benedick che in realtà è un pretesto per una serie di dialoghi brillanti e arguti. Alla base della vicenda c’è l’uso della parola e dei bisticci verbali. L’intera commedia appare costruita su questo gioco, che si estende perfino al suo titolo: “Molto rumore per nulla”, il quale suggerisce come si tratti di un puro e semplice divertimento, senza significati riposti e senza conseguenze. Molto rumore, molte parole per non dire, per non approdare a nulla. Tutte le complicazioni, il baccano, le confusioni e gli equivoci sono dovuti ad un eccesso di attenzione, al gusto della notazione sia verbale che visiva. Ai tempi dello smartphone, quelle stesse vicende sarebbero apparse ancora più intriganti ma, all’evidenza, il nulla sarebbe emerso prepotentemente.
La vicenda della Tenente di Vascello della Marina Militare che ha guidato l’ormai famoso balletto sulle note del tormentone estivo “Jerusalema”, dopo un gran parlare alla vigilia di Ferragosto, tanto da tener testa ai soliti argomenti (calcio e gossip) sotto l’ombrellone, sembrerebbe essere rientrata, senza particolari conseguenze.
Il rischio di una sanzione disciplinare a carico della giovane tenente per aver leso l’immagine della Forza Armata, a detta di alcuni siti su internet, sembrava cosa fatta.
Il fatto. Al termine della cerimonia di giuramento di un corso di volontari in ferma annuale, svoltasi presso la scuola sottufficiali della Marina di Taranto, i marinai, in divisa e inquadrati in plotoni nel piazzale della caserma, si lanciano in una sorta di ballo di gruppo sulle note di Jerusalema, la hit dell’estate tanto di moda sul social network Tik Tok. Dalle immagini si evinceva che la prima a prendere l’iniziativa e poi a dare il ritmo e guidare la coreografia di tutto il gruppo era proprio la comandante del corso, con l’uniforme alabardata, come si dice in gergo, con sciabola e sciarpa. Le immagini diventano di dominio pubblico perché qualcuno (per noi anonimo) riprende la scena e il video, già nel giro di poche ore, diventa virale. La Marina Militare nei giorni seguenti avvia un procedimento disciplinare contestando alla Tenente di Vascello di aver tenuto un comportamento “non consono e lesivo dell’immagina sua e della Forza armata”, di aver promosso e partecipato ad un evento “deplorevole nella forma e nella sostanza”.
La giovane ufficiale nonché comandante di quel gruppo di marinai, venuta a conoscenza, come tutti, di quanto stava accadendo sui social e sul web, si è subito difesa: “Non ho fatto nulla di male”. Lo fa attraverso il suo legale, l’avvocato Giorgio Carta.
A parere dei più, evinciamo che “l’intento dell’ufficiale sarebbe stato solo quello di rinfrancare lo spirito di tante giovani reclute sottoposte ad eccezionali precauzioni e ad isolamento dal resto del mondo” a causa dell’emergenza Covid-19. Lo conferma subito l’avvocato Carta. Purtroppo, per qualche giorno, la situazione sfugge di mano e il tam tam sui social crea non poco imbarazzo alla Marina Militare che decide di procedere nei confronti della ufficiale e non sappiamo se anche nei confronti di altri ufficiali e sottufficiali che avevano partecipato al momento goliardico.
Dallo studio dell’avvocato Carta, difensore dell’ufficiale, arriva questa precisazione: “In merito al procedimento disciplinare avviato nei confronti della ufficiale di Marina di Taranto per il noto video del ballo di gruppo, si precisa che l’episodio si è verificato a conclusione ed a margine di un giuramento collettivo di volontari in ferma prefissata che, a causa dell’emergenza sanitaria in atto, si era dovuto eccezionalmente svolgere “a porte chiuse”, senza la consueta partecipazione di parenti ed amici. Non solo: per precauzione sanitaria, quei giovani militari non avevano fruito della franchigia, cioè della libera uscita, per tutta la durata del corso né era stata consentita loro la consueta giornata da trascorrere assieme ai parenti dopo il giuramento. L’ufficiale in questione, madre di un bambino di tenera età e mossa dalle migliori intenzioni, non ha violato alcuna consegna né ha determinato alcun dispendio economico per lo Stato, avendo protratto per nemmeno tre minuti un’adunata di militari già implotonati per il giuramento ed imbraccianti armi scariche del tutto inidonee allo sparo. L’intento dell’ufficiale è stato solo quello di rinfrancare lo spirito di tante giovani reclute sottoposte ad eccezionali precauzioni e ad isolamento dal resto del mondo. Sorprende che la scala gerarchica, per fatti assolutamente inoffensivi per l’immagine ed il prestigio della Marina militare, abbia invece ritenuto di avviare in tempo record addirittura un procedimento per la consegna di rigore, che è la più grave delle sanzioni di corpo, riservata quindi a comportamenti di massimo allarme e discredito. Sorprende altresì che, in luogo dei 90 giorni consuetamente preventivati per siffatti procedimenti disciplinari, siano stati concessi 30 giorni massimi, di cui solo 10 per presentare memorie difensive, in luogo dei consueti 60. La mia assistita respinge tutte le accuse di avere leso l’immagine della Forza armata e mi ha espresso sgomento e dispiacere per l’imprevista reazione della scala gerarchica, anche in considerazione del fatto che la stessa Marina militare ha pubblicato pochi anni fa un analogo video musicale, ancora visibile in rete con tanto di logo ufficiale dell’Istituzione e molto apprezzato da tutti per il suo significato goliardico ed umanizzante. Peraltro – continua la note del legale – è consuetudine di tutte le forze armate e di polizia del mondo la diffusione di analoghi video musicali che hanno il solo scopo di avvicinare le donne e gli uomini in divisa al cuore della gente, con effetto, quindi, del tutto opposto a quello della contestata lesione di immagine. Nell’esprimere ogni estraneità della ufficiale alla circolazione in rete del video, avvenuta senza il suo consenso ed anzi a sua insaputa, la militare mi ha rassicurato di aver inteso esclusivamente far scaricare la tensione delle reclute in un giorno di massima concitazione quale è, da sempre e per ogni militare, la cerimonia del giuramento. Tanto premesso, ho ricevuto mandato per esperire ogni opportuna difesa avverso qualsiasi, eventuale provvedimento disciplinare dovesse scaturire dalla vicenda”.
Dopo il lungo periodo di riflessione, riteniamo che questa storia possa aver avuto un finale meno tragico e triste e che, in fondo, possa essere stato solo un modo simpatico dei ragazzi per salutarsi, prima delle meritate vacanze, dopo un lungo periodo di lockdown. Abbiamo visto fare altrettanto a medici ed infermieri a conclusione delle fasi di emergenza del Covid-19. In questa emergenza sanitaria tanti i militari che, nel silenzio, si sono adoperati per aiutare il prossimo. Ovviamente c’è da riflettere sull’uso improprio dei telefonini nelle caserme che hanno avuto, da sempre, un modo proprio di gestire la privacy. Sono gli stessi ragazzi che, presto, saranno impegnati in ogni tipo di missione sui mari e non. Per questo vanno perdonati e saranno loro stessi a darsi delle nuove regole, da oggi in poi.
Francesco Leggieri