Taranto – Processo Poseydon. Pesca di frodo con le bombe: condanne per 60 anni
TARANTO – Condannati i 14 imputati nel Processo “Poseydon”, ma assolti dall’accusa di associazione a delinquere. La sentenza del gup del Tribunale di Taranto, Benedetto Ruberto, ha stabilito che le attività contestate non si configuravano nella loro pianificazione secondo i criteri di una realtà associativa.
Nel novembre del 2016, dopo diversi mesi di indagini, Guardia di Finanza e Capitaneria di Porto eseguirono 14 ordinanze di custodia cautelare – 5 in Carcere e 9 ai domiciliari – nei confronti di soggetti ritenuti responsabili di pesca di frodo, costruzione di ordigni esplosivi, furti su navi civili e militari e ricettazione.
Le indagini cominciarono diversi mesi prima, a seguito di una chiamata di un cittadino alla Capitaneria di Porto che denunciava di aver sentito un forte boato in Mar Piccolo, in prossimità della banchina del deposito carburanti dell’Aeronautica militare. Arrivati sul posto, i militari fermarono una barca con il carico di pesce pescato illegalmente. Nei mesi successivi furono sequestrati 170 kg di pesce e più di 2 kg di esplosivi nascosti sotto la pavimentazione della banchina pescherecci della Città Vecchia. Esplosivi che venivano fabbricati con residui bellici.
Si configurò l’ipotesi di disastro ambientale. Il Cnr infatti aveva spiegato che il perdurare per diverso tempo della pesca con ordigno, aveva alterato l’equilibrio dell’ecosistema del Mar Piccolo, danneggiandolo in modo significativo.
LE CONDANNE:
Cosimo Pizzolla 6 anni e 10 mesi;
Salvatore De Pace 5 anni;
Cosimo De Pace 4 anni e 10 mesi;
Antonio Boccuni 5 anni e 4 mesi;
Carlo Pizzolla 3 anni e 10 mesi;
Domenico Caputo 3 anni e 10 mesi;
Gioacchino De Pace 3 anni e 10 mesi;
Giuseppe Mazzoccola 3 anni e 10 mesi;
Michele Caforio 3 anni e 10 mesi;
Emanuele D’Ippolito 3 anni e 10 mesi;
Francesco D’Ippolito 3 anni e 10 mesi;
Giuseppe Caputo 5 anni e 6 mesi;
Agostino Axo 2 anni e 8 mesi;
Giacinto De Pace 4 anni e 2 mesi.