Taranto – Omicidio al SS. Annunziata: una tragedia che poteva essere evitata?
TARANTO – Ai funerali di Maria Domenica D’Ursi, che ha perso la vita la notte di venerdì 11 agosto a seguito dell’aggressione subita il 9 agosto – portandola prima al coma – in quella aggressione brutale ed efferata per cui ora è stato sottoposto al fermo Giovanni Maggio con l’accusa di omicidio, nell’Ospedale SS. Annunziata, il figlio ha chiesto che venga fatta giustizia.
I familiari non si danno pace per questa assurda aggressione, che tanto ha fatto discutere proprio perché avvenuta in un luogo in cui ci si sente al sicuro, in cui si richiedono assistenza e cure.
Le indagini della Polizia sono state tempestive e hanno consentito nell’arco di 24 ore il fermo dell’uomo accusato ora di omicidio.
Le persone che hanno testimoniato di aver visto uscire l’uomo dalla saletta d’attesa in cui era Maria Domenica D’Ursi, raccontano l’agitazione di un soggetto che si aggirava indisturbato nel Pronto Soccorso.
L’uomo era lì non per la prima volta, nella paranoica convinzione che qualcuno volesse aggredirlo, periodicamente si recava in Pronto soccorso per farsi refertare le presunte lesioni, che quasi sempre si risolvevano – per il personale medico – in una prescrizione di anti-infiammatori.
Giovanni Maggio avrebbe anche provato a sporgere diverse denunce in passato per aggressione subite, poi cadute nel vuoto, perché mai supportate dai fatti.
Al contrario, proprio sua moglie pare che nel 2008 lo avesse denunciato per lesioni personali e maltrattamenti e, l’arma utilizzata da Piero Maggio, secondo quella denuncia poi ritirata – era proprio un cacciavite.
Il cacciavite, o forse il punteruolo – non ancora trovato – che secondo la ricostruzione della Polizia sarebbe l’arma utilizzata dall’uomo per colpire in modo cruento e ingiustificato Maria Domenica D’Ursi quella notte, alle 4:30, in 29 secondi di violenza.
I filmati delle videocamere di sorveglianza raccontano i minuti antecedenti all’aggressione: l’uomo entra in una saletta, si siede alla sinistra della barella su cui un’altra donna attende le cure mediche e si rannicchia portando le ginocchia al petto, per poi mimare il gesto di una pugnalata, con il pugno chiuso come a stringere un’arma. Nel filmato, l’uomo si alza di scatto ed esce da quella saletta. La presenza di un familiare della donna ad assisterla, lo scoraggia e lo “costringe” a spostarsi lì dove poi sarebbe invece riuscito a saziare la sua furia, contro la povera Maria Domenica D’Ursi, che per qualche minuto era stata lasciata sola nella saletta.
Trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato? O forse si tratta di una gravissima falla nel sistema di sicurezza di un Ospedale che probabilmente non ha le giuste risorse di vigilanza per garantire l’assoluta serenità e sicurezza dei cittadini che si recano per ricevere assistenza sanitaria?
Le volanti di Polizia garantiscono il servizio di sorveglianza nel Pronto Soccorso SS. Annunziata fino a mezzanotte, poiché il numero di volanti in un bacino territoriale ampio come quello di Taranto, rende impossibile la presenza in ogni luogo e punto nevralgico della città. Sarebbe compito dell’Ospedale provvedere alla vigilanza privata nelle fasce orarie restanti.
Forse si sarebbe potuto evitare? Sicuramente non avvertiremmo quel senso di sfiducia e di paura che ora abbiamo, in un luogo che dovrebbe fornire le risposte, anziché sollevare domande. Il personale medico e sanitario ha chiesto maggiori garanzie nell’esercizio del proprio lavoro.
Ai funerali della donna, nella chiesa di San Roberto Bellarmino, erano presenti una cinquantina di persone e in rappresentanza del Consiglio comunale di Taranto c’era il presidente Lucio Lonoce, mentre era assente il Sindaco Rinaldo Melucci, che aveva espresso il suo cordoglio alla famiglia nelle ore successive all’aggressione.
il link al video delle telecamere di sorveglianza, prima dell’aggressione: https://www.facebook.com/pugliapress/videos/10155506191653363/