Taranto – Continua l’incessante attività della Guardia Costiera contro la pesca abusiva: fermate due persone.
Nella serata di ieri infatti il Nucleo Difesa mare della Capitaneria di porto – Guardia Costiera di Taranto, in attività di perlustrazione del territorio ha individuato un sub intento alla cattura del dattero di mare con martello e scalpello in località lido Azzurro del Comune di Taranto, e al fine di coglierlo in flagranza di reato ha chiesto l’intervento dei sommozzatori della Guardia di Finanza, che prontamente intervenuti sul posto, avrebbero interrotto l’attività criminale in atto.
Il soggetto sarebbe stato quindi identificato dal personale della Guardia Costiera, risultando già noto per precedenti specifici e deferito alla locale Autorità Giudiziaria per la pesante ipotesi di reato di cui all’art. 452- quater del Codice penale di “Disastro ambientale”, procedendo inoltre a sequestrare gli attrezzi dallo stesso utilizzati per compiere l’attività, unitamente a pezzi di scogli rimossi dal fondo con ancora incastonati esemplari di datteri di mare, mentre il rimanente prodotto pescato veniva occultato dall’individuo sul fondo, prima dell’intervento dei sommozzatori.
L’ipotesi di reato contestata, anche a seguito della reiterazione della condotta illecita in parola è particolarmente pesante se si considera che viene punita con la pena della reclusione da 5 a 15 anni.
Ma nonostante l’enorme sforzo profuso dalla Guardia Costiera nel contrastare tale fenomeno, e la gravità delle sanzioni poste dal legislatore, la diffusione dello stesso è testimoniata ulteriormente dal fatto che anche questa mattina il personale del Nucleo Difesa mare della Guardia Costiera di Taranto ha – con la collaborazione di una pattuglia della Polizia di Stato – individuato nel corso di un posto di blocco, un individuo che aveva a bordo della sua autovettura 2,5 kg di datteri, frutto di raccolta da poco effettuata.
Anche quest’ultimo individuo è stato denunciato a piede libero per la pertinente ipotesi di reato ed il prodotto sequestrato è stato immediatamente distrutto.
E’ evidente quindi che sino a che non cesserà la domanda di questo frutto di mare, la connessa attività illecita di raccolta non avrà fine, motivo per cui è doveroso ribadire l’appello ai consumatori di indirizzarsi verso molluschi “legali” e legalmente allevati o pescati, contribuendo così a non alimentare la richiesta di datteri, a vantaggio della salvaguardia delle nostre coste e dell’’intero ecosistema marino.