Taranto – Perquisizione dei Carabinieri: ecco cosa hanno trovato i militari nella cucina di una donna.
I Carabinieri della Stazione di Grottaglie, nell’ambito di specifici servizi predisposti dalla Compagnia di Martina Franca, finalizzati a contrastare i reati in materia di stupefacenti, hanno arrestato, in flagranza del reato di detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacente, una 46enne incensurata di Grottaglie.
I militari, appresa la notizia che la donna si stava dedicando ad attività illecite connesse allo spaccio di droga, avrebbero deciso di procedere ad una perquisizione domiciliare. L’attività non avrebbe tardato a dare i suoi frutti poichè i Carabinieri rinvenivano su una mensola della cucina, occultata all’interno di un vasetto in vetro, 100 dosi di sostanza stupefacente di cocaina per un peso complessivo di 12 grammi, mentre in una bustina di cellophane, occultata sotto una confezione di uova riposta nel frigorifero 12 grammi di cocaina suddivisa in 94 dosi.
Nel corso della perquisizione sarebbe stata trovata la somma di 170 euro in contanti, in banconote di vario taglio, anche questa sequestrata poiché ritenuta il provento dell’attività delittuosa sino a quel momento posta in essere dalla 46enne.
Accompagnata in caserma, la donna sarebbe poi stata arrestata e al termine delle formalità di rito, condotta nel Carcere di Taranto, come disposto dal P.M. di turno presso la Procura della Repubblica del capoluogo jonico.
Lo stupefacente sequestrato, sarà sottoposto ad analisi chimiche-gascromatografiche per la determinazione del principio attivo, a cura dei Carabinieri del L.A.S.S. del Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Taranto.
N.B.In data 31.07.2017, il G.I.P. del Tribunale di Taranto, dott. P. Carriere, ha disposto la misura degli arresti domiciliari presso la propria abitazione nei confronti della 46enne grottagliese arrestata lo scorso 27.07.2017.
L’indagata, incensurata, difesa dall’Avv. Cosimo Romano, in sede di udienza di convalida, ha ammesso l’addebito a lei contestato e ha anticipato la volontà di voler fare richiesta – in giudizio – di rito alternativo.