La Marcia di Pasqua contro il caporalato, intervista esclusiva per Pugliapress con lo scrittore Leonardo Palmisano
Sono stati mesi davvero difficili quelli appena trascorsi per il “Gran Ghetto” di Rignano Garganico, baraccopoli situata nel nord foggiano occupata perlopiù da braccianti africani, prima sottoposta a sgombero a fine febbraio, in virtù di una indagine della Dda di Bari del 2016 per presunte infiltrazioni criminali su tale sito, e poi anche teatro pochi giorni dopo di un gravissimo incendio, sulle cui effettive cause non vi è mai stata molta chiarezza, un rogo in cui persero la vita due giovani cittadini maliani ospiti del ghetto. Su tale insediamento, come su altri della provincia di Foggia, ha sempre aleggiato l’ombra del caporalato, un grave fenomeno sociale ancora lontano dall’essere debellato, in tutta la Regione, come nella stessa Capitanata. Tra pochi giorni si terrà proprio in alcuni territori del nord foggiano una manifestazione di protesta, la “Marcia di Pasqua”, nata dall’iniziativa di alcuni noti scrittori, da anni impegnati con le loro opere nel sensibilizzare sempre più la popolazione pugliese e non solo sulla gravità della questione caporalato, e di tutti i suoi fenomeni annessi. Abbiamo intervistato uno dei promotori di questa iniziativa, il Prof. Leonardo Palmisano, autore di alcuni testi sul tema, tra cui il recente “Inchiesta Ghetto Italia”, realizzato in collaborazione con il Sindacalista Ivan Sagnet, dove viene descritto minuziosamente ogni singolo aspetto di tale fenomeno, ancora vivo nella nostra regione, come anche in tutta la penisola.
Relativamente alla Marcia di Pasqua, al momento in cui è nata l’idea di tale iniziativa, e al messaggio che tale progetto può trasmettere, lo scrittore Leonardo Palmisano ha dichiarato:
“La marcia contro il caporalato è una marcia per i diritti umani, perché in Capitanata la mafia dei caporali nega la vita, l’acqua, la salute, la casa. Si appropria di tutto. Dell’esistenza stessa di migliaia di esseri umani schiavizzati. La marcia vuole essere un inizio, per questo abbiamo scelto Borgo Mezzanone, dove ci sono bambini a cui nessuno porta la scuola. Minori che devono incontrare i loro coetanei, ma sono tenuti in uno stato di esclusione sociale simile alla prigionia. Partiremo dal centro di Borgo Mezzanone alle 11.00, per raggiungere il ghetto dei bulgari.”
Riguardo poi lo stato attuale del fenomeno del caporalato nella provincia di Foggia, Palmisano afferma che :
“Il sistema è mafioso e tende a fare tutt’uno con gli altri sistemi criminali del posto. Coinvolti sono clan, famiglie, politici e imprenditori. Per questo non basta una Dia, è necessario avere una procura antimafia e un tribunale autonomo a Foggia. Foggia è adesso la provincia di Puglia messa peggio, con una criminalità violenta e arraffona, che detesta i diritti e lo Stato, che si nutre di un’altra mafia, quella dei colletti bianchi e della politica. ”
In ordine alle eventuali misure di contrasto che potrebbero essere messe in atto contro tale fenomeno sociale, lo scrittore dichiara:
“Serve una procura a Foggia. Ma serve intervenire nelle scuole e nell’economia. Dobbiamo portare cultura della civiltà attraverso il lavoro sano. Serve a tutti, soprattutto al sistema produttivo, che solo così può uscire dal giogo delle mafie e delle multinazionali dalle quali, purtroppo, dipende.”