Foggia- Mentre crollano i ponti sulla Daunia, il Governo centrale pensa a quello sullo stretto.
Continuano i danni causati dal dissesto idrogeologico, che sta colpendo ormai da tempo, la stupenda terra della Daunia. E’ ormai da qualche tempo che i Monti Dauni devono fare i conti con una rete stradale al limite della percorribilità, ad esempio la strada che porta al piccolo comune di Faeto, nel cuore della Daunia, è praticamente una mulattiera; mentre la S.P. che collega Candela a Sant’Agata di Puglia e Accadia è attualmente impraticabile, causa il crollo di un ponte lungo la strada. Ne consegue il quasi totale isolamento di questi comuni dal resto della provincia. E poi il governo nazionale ci viene a parlare di fondi per la cultura? Ma quali fondi? Nonostante tutte queste problematiche, nell’ultima estate il turismo nei Monti Dauni è tornato a viaggiare a livelli elevati, e dunque perchè non investire sulla messa in sicurezza di questa terra? Forse perché se proprio bisogna parlare di infrastrutture è meglio promettere quello sullo stretto di Messina, che per Renzi è più una propaganda politica che altro. Forse perché i Monti Dauni non sono al centro degli interessi economici nazionali. Dimenticati, è questa la parola. La provincia fa quel che può, ma con la Riforma Delrio, gli sono stati tolti fondi importanti, soprattutto riguardo la viabilità infrastrutturale; mentre la Regione si sta adoperando con il “Patto per la Puglia” a stanziare fondi per la messa in sicurezza del suo territorio, compresa la Daunia. Ma il tempo stringe e le lungaggini burocratiche rischiano di far arrivare i fondi, quando sarà troppo tardi, per porvi efficace rimedio.