Taranto- “La mafia uccide, il silenzio pure”, la conferenza antimafia di Uds e Libera
Il 10 marzo, presso il salone della provincia di Taranto, si è tenuta una conferenza organizzata dalla federazione studenti UDS in collaborazione con l’associazione antimafia Libera, dal titolo “La mafia uccide, il silenzio pure”.
La finalità di questo incontro era quella di confrontarsi con alunni e professori di differenti licei tarantini e coordinare il lavoro per l’ organizzazione della XXI giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime di mafia che, quest’anno, in Puglia, si svolgerà il 21 Marzo a Foggia.
Lo slogan della marcia “ponti di memoria,luoghi d’impegno”, è stato coniato da “Libera” per la manifestazione nazionale a Messina ma, per la prima volta, l’evento non si terrà solo in una determinata città, ma sarà esteso su tutto il territorio nazionale, per portare in tutta la Penisola il messaggio di una ferma volontà di liberazione dalla mafia.
La conferenza inoltre ha donato numerosi spunti di riflessione circa la criminalità che, molto pericolosamente, sta dilagando nelle nostre città e le possibili soluzioni.
Alla conferenza sono intervenuti: Micheal Tortorella (coordinatore UdS Taranto, Aristosseno) Tripaldi Virginia (esecutivo UdS Taranto e referente antimafia, Quinto Ennio-Galileo Ferraris) Remo Pezzuto (referente giovani Libera) e Alessandro Tedesco (coordinatore provinciale di Libera Taranto)
Tutti gli oratori quasi all’unanimità hanno affermato che “la mafia si può combattere con cultura e informazione e uscendo dalla paura di parlare” e che “ bisogna lottare affinché si cambi la mentalità della società senza l’uso della violenza ma condividendo un messaggio di pace”.
Il referente di giovani libera Remo Pezzuto ha voluto fare un analisi più sociologica del percorso di crescita della mafia rispetto a quella del passato. Egli ha ricordato che la mafia col tempo è cambiata, ora essa specula laddove lo Stato non tutela i diritti, dove c’è disagio economico c’è mafia e proprio per questo motivo, bisogna pensare a delle alternative concrete, come un reddito minimo garantito che permetterebbe di strappare dalle grinfie della mafia queste persone più vulnerabili. Inoltre bisogna stare attenti all’aumento del costo della vita scolastica che può avvicinare i giovani più poveri alla mafia e, per evitare ciò, “si deve investire nei luoghi del sapere e della formazione, nei luoghi del lavoro per dare giustizia e dignità nel nostro territorio.”
Siamo tutti invitati, non solo giorno 21 Marzo, a ricordare e conoscere alcune delle numerosissime storie delle vittime di mafia, affinché il loro sacrificio non sia stato vano e a gridare tutti insieme, ogni giorno, in qualsiasi luogo e in qualsiasi ora NO ALLA MAFIA !
Alessandro Pallotta