Taranto -Botti di Capodanno no? E se il Sindaco vietasse il lancio dello… sconcio?
Botti sì, botti no. La polemica incalza in quel di Taranto dopo la decisione del sindaco di Crispiano, Egidio Ippolito, di vietare con un’ordinanza l’utilizzo di petardi per cacciare il 2015 ed accogliere nel migliore dei modi l’anno 2016. Per chi non la rispetterà sarà prevista una sanzione fino a 500 euro. Siamo certi che sarà difficile individuare e multare i trasgressore ma almeno il Sindaco c’avrà provato. Un Sindaco, quello di Crispiano, spinto non solo per una questione di sicurezza ma soprattutto per proteggere i nostri amici a quattro zampe sia dal rumore dei botti che da possibili esplosioni che potrebbero provocare anche la morte delle piccole bestiole.
A Taranto, quindi, si è aperto il dibattito. C’è chi vorrebbe che il sindaco della città dei Due Mari seguisse le orme del collega paesano.
Ma è questo il vero problema di Taranto tra la notte del 31 dicembre e l’1 gennaio?
Beh, intanto se Stefàno emanasse un’ordinanza del genere si dimostrerebbe sensibile ad un problema serio collegato alla sicurezza delle persone e degli animali. Ma per chi vive a Taranto e solleva in queste ore la polemica dei petardi di Capodanno, dimentica, o forse vorrebbe far dimenticare e quindi far spostare l’attenzione, un problema ancora più grosso.
Tradizione vuole che proprio nella notte di Capodanno a fare il botto a Taranto non siano solo i petardi ma anche frigoriferi, divani, sedie, stoviglie, intere cucine, materassi e suppellettili di ogni specie nonché le stesse buste della spazzatura.
I tarantini, come tradizione vuole, riducono le vie della città, anche le più centrali, a discariche a cielo aperto: dalle finestre dei balconi fanno volare davvero di tutto perché ciò che è vecchio deve far posto al nuovo, proprio come il vecchio 2015 deve far posto al 2016.
Ecco, i tarantini che amano la propria città dovrebbero premere (o forse pretendere) per l’abolizione di una“tradizione” che trasforma la città il primo dell’anno in una gigantesca pattumiera. Insomma, il buongiorno dell’1 gennaio per Taranto non è dei migliori. E se il buongiorno si vede dal mattino capite bene che poi c’è poco da fare quando si toccano i nervi scoperti come Ilva, Eni, Cementir e, appunto, le discariche della città.