On.le Gianfranco Chiarelli su Autorità Portuale e Corte d’ Appello
Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, la inaugurazione della piattaforma logistica nel porto di Taranto, il cui taglio del nastro è avvenuto per mano del ministro Delrio, è certamente un momento di crescita per un territorio che da tempo vive una crisi senza precedenti. Certo, però, ora che è pronto il contenitore attendiamo che vi siano anche i contenuti! Ci saremmo attesi qualcosa in più dal ministro circa le prospettive riferite al nuovo operatore portuale, che si attende dopo l’abbandono dei cinesi. Così come Delrio avrebbe dovuto essere più chiaro circa la ipotesi di un autorità portuale unica regionale. Tra il salomonico e il pilatesco ha evitato di dare risposte chiare limitandosi ad affermare che entrambi i porti di Bari e Taranto sono classificabili come “core port“. Comprendiamo l’imbarazzo del ministro che in mattinata di ieri ha ricevuto le pressanti sollecitazioni del sindaco di Bari, Decaro, notoriamente molto vicino a Renzi! Sia chiaro, se si sceglierà di avere una unica autorità portuale regionale quella dovrà essere a Taranto; non certo per ragioni campanilistiche, ma semplicemente per il dato di fatto, indiscutibile, che si tratta del porto pugliese che, già ora senza il transhippment, presenta in assoluto il maggior volume di traffici, oltre a vantare una posizione altamente strategica nel Mediterraneo. La questione Autorità Portuale fa il paio con quella della sede distaccata della Corte d’Appello di Taranto, legata peraltro alla paventata chiusura della sede di Lecce. Se spending review vuol dire tagli lineari a prescindere, allora è inutile aprire il dibattito. Ciò che però sembra sfuggire al governo è che accentrare le corti d’appello in unica sede regionale nei fatti aumenterà i costi anziché ridurli. E , inoltre aumenteranno costi e disagi per gli operatori e la utenza. Ma, evidentemente a Renzi e a Orlando della efficienza del sistema giudiziario importa poco, come dimostrano i tanti provvedimenti a macchia di leopardo varati in questi anni, senza mai mettere mano ad una seria riforma complessiva della Giustizia.
On.le avv. Gianfranco Chiarelli