“Conclamata inaffidabilità di Tct, non attivare a Taranto il servizio verso il Pireo è inconcepibile.”
“Conclamata inaffidabilità di Tct, non attivare a Taranto il servizio verso il Pireo è inconcepibile. Intervenga subito il Governo: si chiuda un’esperienza oscura e dannosa per il porto ionico e si punti sulla sua strategicità”
“L’inaffidabilità di Tct è ormai conclamata e trova conferma, qualora ce ne fosse bisogno, nella decisione di non attivare a Taranto il nuovo servizio verso lo scalo del Pireo e il Sud-Est asiatico, nonostante la disponibilità di 900 metri di banchina e del molo San Cataldo. A questo punto riteniamo che la misura sia colma: si chiuda definitivamente una parentesi oscura dell’attività portuale tarantina e si pensi fattivamente a progettare un futuro senza Tct, che grazie alle opere da 500 milioni di euro che finalmente l’autorità portuale è riuscita a far cantierizzare si prospetta positivo, come dimostra l’inaugurazione, prevista a giungo, della nuova piastra logistica”.
Aldo Pugliese, Segretario generale della UIL di Puglia, ricorda che “Tct avrebbe dovuto mettere in campo interventi migliorativi e innovativi, a cominciare dal revamping delle attrezzature: accordo, ovviamente, non rispettato. Allo stesso modo l’intesa che prevedeva l’obbligo, da parte di Tct, di aprire a nuove società interessate ad operare nel porto di Taranto, è stata puntualmente violata, portando a una situazione in cui la stessa Tct, sostanzialmente, agisce in regime di monopolio, ponendo insormontabili barriere d’entrata e danneggiando, di conseguenza, l’intera attività portuale, che invece avrebbe bisogno, ora più che mai, di un’apertura decisa ad aziende che vogliano seriamente investire su un porto che il Governo stesso ha definito strategico per le attività sul Mediterraneo”.
Proprio al Governo si appella Pugliese affinché “non si perda più tempo e si revochi la convenzione siglata con Tct. L’Esecutivo nazionale, a fronte di tagli pari a quasi il 50% delle grandi opere pubbliche nazionali, ha invece confermato la strategicità del porto ionico, stanziando 219 milioni di euro. Ebbene, sarebbe un controsenso non intervenire anche sull’attività che nel porto viene svolta, malissimo, da Tct, a causa di una forte diatriba tra i due soci Evergreen e Hutchinson, che inoltre mette a serio repentaglio la condizione di 500 lavoratori dell’azienda, attualmente in cassa integrazione, ammortizzatore che peraltro scadrà il prossimo mese di maggio”.
“Insistere su una strada impervia e senza uscita – conclude Pugliese – è assurdo e controproducente. Si realizzino le opere in programma, si chiuda con Tct e si dia la possibilità a società di navigazione internazionali di approcciarsi al porto tarantino. Sicuramente nessuno rimpiangerà l’assenza di Tct, anzi siamo certi che nuove e più interessanti opportunità di rilancio e sviluppo si schiuderebbero all’orizzonte”.