ESCLUSIVO, Sesso tra preti gay – Scandalo nel clero di Taranto. Parla Andrea l’accusatore di Don Antonio
«Mi piaci, sei bello, mi chiamava amore. Mi chiese skype: parlavamo tranquillamente e lui ad un tratto mi tira fuori la lingua e mi mostra il suo petto pieno di peli. Io rimasi un po’ in silenzio, schioccato, perché non mi aspettavo di accendere skype e trovarmi già lui nudo mentre si masturbava. Poi mi confessa che gli piacciono i ragazzi, i maschi specialmente se giovani , e che è molto attratto da ragazzini giovani e che farebbe di tutto anche per averli, aiutarli in acquisti di abiti, di cellulari, di ricariche telefoniche, di ricariche postepay. E se trovasse un ragazzo davvero bellissimo lui perderebbe la testa al punto di innamorarsi. Poi mi diceva: “Dai facciamo sesso, io mi sono già spogliato sono solo in slip … te? Dai fallo anche te … toccati toccati i capezzoli , toccati per bene” … e lui ansimava perchè mentre io gli dicevo “sto facendo” lui si masturbava . Una volta terminata la conversazione mi diceva testuali frasi: “Bravo Andrea sei sempre unico. Vedrai che Dio questa sera ti ringrazierà e magari tramite Spirito Santo stanotte mentre dormi ti scopa e domani ti svegli tutto bagnato e pieno di sperma».
Cade nel baratro più profondo e nelle tenebre la Chiesa di Taranto. Tremano le fondamenta della Chiesa di Roma e della curia di Taranto retta da Monsignor Filippo Santoro investito da una serie di conversazioni di uno dei suoi preti che hanno lasciato senza fiato lui ed i suoi più stretti collaboratori. A parlare è Andrea un giovane di 32 anni che risiede nel nord Italia. Ha deciso di vuotare il sacco e di vomitare tutto ciò che sa su quello che può essere definito uno scandalo senza precedenti all’interno delle tonache clericali.
Lui è Padre Antonio Calvieri, parroco al Santissimo Crocifisso di Taranto, Priore della Provincia Napoletana dei Carmelitani. Nato a Curinga (in provincia di Catanzaro) il 4 aprile del 1964; è stato ordinato nella sua città natale il 12 luglio del 2000 da Mons. Lucio Angelo Renna. Nei primi cinque anni di presbiterato è stato vice parroco a Sant’Antonio da Padova in Caivano (Napoli); dal 2005 al 2008 nello stesso incarico è stato al SS.Crocifisso (Taranto); fino al 2011, collaboratore al santuario del Carmine in Palmi (Reggio Calabria); da settembre 2011, priore della comunità carmelitana a Taranto. Da febbraio 2012 è stato parroco al SS. Crocifisso.
Il suo accusatore invece è Andrea Baldon, 32enne di Rovigo ed attualmente disoccupato.
Sesso a tutti i costi, a tutte le ore, prima e dopo le funzioni religiose anche prima della Via Crucis del 2015.
Andrea ha salvato oltre 300 conversazioni ed alcuni video che testimoniano, senza alcun equivoco, che Don Antonio era affamato di sesso, di ragazzi giovanissimi e dotati. Amava il sesso maschile e lo desiderava. Tutto da dimostrare però sono le accuse che vengono mosse a Don Antonio ma che sono nel fascicolo che giace nelle mani degli alti prelati della Chiesa e dei magistrati.
L’ex parroco della chiesa del SS Crocifisso di Taranto è stato rimosso in seduta stante dal Mons. Filippo Santoro della curia di Taranto con la seguente motivazione lapidaria: «Condotta moralmente riprovevole e assolutamente non compatibile con il ministero presbiterale … è stato rimosso dalla cura parrocchiale non appena lo stesso arcivescovo insieme ad alcuni curiali, ha appurato l’attendibilità dei fatti».
Andrea conosce il sacerdote su facebook : «E’ stato lui a chiedermi l’amicizia. Io in quel periodo avevo bisogno proprio di una guida spirituale per via dei problemi quotidiani che mi circondavano e circondano, il divorzio di mio fratello con mia cognata con due bimbi piccoli , mio padre che non sta bene di salute va e viene dall’ospedale. Dico dentro di me: “Che bello, ho trovato una persona che mi aiuta moralmente e un uomo di fede , sempre collegato dalla mattina alla sera che mi supporta moralmente e psicologicamente. Ma in questi mesi Don Antonio non mi ha mai parlato né di Dio né di fede».
Andrea, nel suo racconto, è lucido e molto sicuro di quello che dice: «Ero fidanzato con una ragazza, non sono mai stato con uomini, non sono gay, sono fortemente cattolico e molto molto praticante. Un giorno Don Antonio mi disse: “Ti devo confessare una cosa”. Io gli dico: “Dimmi pure, tranquillo”. Lui: “Ho una debolezza … sono gay”. Il Giorno dopo, il 27-28 Dicembre, mi dice: “Senti, mi mandi una tua foto particolare?” io gli dico: “In che senso particolare?” lui mi fa: “Mmmmh …….particolare intima il tuo uccello”. Ed io gli dico: “Scusami intendi il mio pene?” Lui: “Sì, esatto mostrami il tuo cazzo…”
Questo secondo Andrea sarebbe solo la punta dell’iceberg perché ci mostra una serie di screenshot ( scatti sullo schermo) dove Don Antonio parla di sesso o si accorda per farlo anche con tanti altri soggetti, compresa una presunta Guardia Svizzera con la quale il parroco si sarebbe sentito spesso su facebook e su skype scambiando foto e video hard. Ma tante altre situazioni vengono a galla analizzando i dati che ci sono giunti da Andrea. Sarebbero implicati tanti preti e tanti ragazzi forse minorenni, tutti con un unico fine: fare orge gay in giro per l’Italia.
Il racconto è lungo e scabroso da raccontare per filo e per segno e le foto che i due – e non solo – si sono scambiati fanno altrettanto ribrezzo e che mai noi pubblicheremo. Ma fanno sorgere molti interrogativi: Come mai Baldon ha conversazioni di altri soggetti? Come ne è venuto in possesso? Perché ha deciso di parlare?
Domande a cui Andrea non ha ancora risposto celandosi dietro ad una serie “sono stato plagiato forse, mi aveva offerto un lavoro a Taranto, avevo bisogno di qualcuno di fede in quel periodo buio per me”
A margine di questa vicenda, che ha preso già la strada delle giustizia clericale e quella ordinaria, registriamo anche un racconto di un giovane tarantino che ci ha contattati raccontando fatti attualmente non supportati da prove e che fanno venire il voltastomaco. Ci sarebbero preti di Taranto e della provincia che avrebbero approcciato con il giovane in questione perché omosessuale. O stessi preti scoperti nei meandri di uffici e stanze in compagnia di giovani vittime.
E siamo certi, a questo punto, che se volessimo immergerci in questo mare con semplice maschera e boccaglio, per scoprire cosa sta accadendo alla Chiesa di oggi, annegheremmo.
Antonello Corigliano