San Martino senza giostre. Coletta: “Non strumentalizzare la protesta dei ragazzi”
Il commento dell’assessore alle Politiche giovanili dopo la manifestazione di ieri davanti a Palazzo Ducale
“Non si deve strumentalizzare la protesta dei ragazzi davanti a Palazzo Ducale”. A parlare in questa maniera è l’assessore che rappresenta i giovani martinesi in Consiglio Comunale, Stefano Coletta. Il suo ruolo è marginale all’interno del braccio di ferro tra amministrazione comunale e giostrai (visto che i protagonisti della Giunta nella vicenda sono il sindaco Franco Ancona, l’assessore al Turismo Pasquale Lasorsa, l’assessore ai Lavori Pubblici Gianfranco Palmisano e quello alle Attività produttive Nunzia Convertini), ma non potevano esimerci dal chiedere un parere al rappresentante della gioventù della città del Festival della Valle d’Itria. Una gioventù che difficilmente ci è sembrata così compatta e numerosa per protestare e far sentire la propria voce in passato, per altri problemi patiti dalla città.
Ma in questi giorni a Martina stiamo capendo che, come nelle migliori università americane, non esiste distinzione tra “alta cultura” e “bassa cultura”, perché si tratta comunque di manifestazioni di un vissuto, di percezione della propria esistenza, di rappresentazione del proprio essere al mondo che non possono essere guardate con snobismo, girando gli occhi da un’altra parte con un’alzata di spalle.
Proprio per questo motivo Coletta non interpreta negativamente la protesta di ieri mattina davanti a Palazzo Ducale: “Si è trattato di una protesta dei ragazzi che volevano il loro divertimento storico. La protesta, secondo me, non è né contro l’amministrazione né contro i giostrai. Per questo non si deve strumentalizzare la loro protesta. Dico questo perché ero presente all’incontro che abbiamo avuto con i ragazzi l’altro giorno a Palazzo Ducale: in quell’occasione loro dissero che non erano interessati al fatto che le giostre montassero in Piazza d’Angiò o al Pergolo, non pensavano al luogo, ma soltanto al fatto che aprissero o meno”.
Domenico Fumarola