Le priorità dei piccoli comuni pugliesi
Svolta l’assemblea Anci. Le richieste: proroga centrale unica committenza, Unioni di comuni volontarie e incentivate ed esclusione da Patto stabilità
La crisi che continua ad imperversare in Italia si ripercuote maggiormente nei piccoli comuni. Sono definiti tali i comuni con popolazione inferiore a 5mila abitanti ed in Puglia ce ne sono 85 su 258 totali, così distribuiti sul territorio: 2 in provincia di Bari; 38 in provincia di Foggia; 40 in provincia di Lecce; 5 in provincia di Taranto. I rappresentanti di tali comuni si sono riuniti a Bari, all’Assemblea Anci dei piccoli comuni pugliesi, alla presenza del segretario regionale Domenico Sgobba. Di seguito i dettagli dell’incontro:
All’ordine del giorno, l’aggiornamento sull’iter parlamentare dei provvedimenti che riguardano da vicino i comuni di minore dimensione demografica (con popolazione inferiore ai 5000 abitanti) e specificatamente le questioni attinenti la gestione associata obbligatoria delle funzioni comunali e l’istituzione della centrale unica committenza.
L’obbligo dell’accorpamento delle funzioni fondamentali sta impegnando gran parte delle esigue risorse umane e materiali dei piccoli comuni. Ben 5700 Comuni italiani, 85 in Puglia (di cui 30 hanno appena rinnovato le proprie amministrazioni), si stanno adoperando tra mille difficoltà per arrivare alla soluzione migliore, cercando di conciliare gli obblighi normativi con le esigenze concrete delle diverse realtà territoriali.
Inoltre, la legge di conversione del D.L. n. 66/2014, prevede che dal prossimo 1° luglio tutti i comuni non capoluogo di provincia acquisiscano lavori, beni e servizi attraverso soggetti aggregatori della domanda o tramite unioni di comuni o accordi consortili. L’obbligo della centrale unica di committenza è un ulteriore problema che si abbatte sui piccoli comuni ancora alle prese con gli obblighi della gestione associata. Le difficoltà attuative e interpretative rischiano di bloccare le gare e quindi gli investimenti in tutti i comuni, rendendo ancora più difficile la situazione dei piccoli enti che in poco tempo non saranno in grado di riorganizzarsi e dovranno ricorrere alla Consip.
E’ emerso forte il dissenso da parte dei sindaci, vista la situazione di incertezza, si attendevano un ulteriore slittamento a fine anno dell’obbligo Centrale unica committenza, anche per consentire di completare e superare la fase degli accorpamenti. I piccoli comuni pugliesi chiedono ad Anci Nazionale di intercedere con il Governo e confidano in un fattivo sostegno in tal senso. (L’Anci ha richiesto al Governo un incontro urgente per affrontare tali problematiche e stabilire una nuova proroga.)
Inoltre, è stata condivisa la proposta avanzata dal segretario Anci Puglia Domenico Sgobba, tesa a riprendere e rivendicare con forza da parte dell’Associazione, il principio che le Unioni di comuni debbano prevedere accorpamenti su base volontaria e incentivata, non obbligatoria. Infine, va ribadita e sostenuta l’esclusione dei piccoli comuni dai vincoli del Patto di stabilità, per evitare di aggravare ulteriormente la crisi delle economie locali minori.