BITONTO: CONTRASTO ALLA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA; SEQUESTRATE ARMI E DROGA A CLAN RIVALI
La lotta alla criminalità organizzata di Bitonto non conosce soste per gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Bari e quelli del locale Commissariato di P.S.. Controlli e perquisizioni a tappeto e con frequenza quasi quotidiana hanno portato nella giornata di ieri, 25 gennaio 2011, all’arresto di VINCENZO SURRIANO, 27 anni, pregiudicato, ritenuto dagli investigatori il luogotenente del boss DOMENICO CONTE, 40 anni, a capo dell’omonimo clan, dall’agosto scorso in carcere.SURRIANO, già detenuto agli arresti domiciliari per violazione degli obblighi della sorveglianza speciale, è stato arrestato con l’accusa di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Nella sua abitazione, alla periferia di Bitonto, la Polizia di Stato, nel corso di una perquisizione domiciliare, ha rinvenuto 13 grammi di sostanze stupefacenti (cocaina e hashish) e duemila euro in banconote di 10 e 20 euro. La somma è viene considerata provento dello spaccio che l’uomo praticava nonostante la detenzione domiciliare.
L’attenzione della Polizia Giudiziaria non è stata solo mirata a tenere sotto controllo le attività illecite del clan CONTE, ritenuto fra i più pericolosi della città, ma anche quelle del clan avverso, i CIPRIANO.Con la collaborazione del personale del Reparto Prevenzione Crimine di Bari e di unità cinofile antidroga ed antiesplosivo, sono state eseguite, sempre nella giornata di ieri, perquisizioni nella zona ritenuta sotto il controllo del clan CIPRIANO, vale a dire il centro storico di Bitonto.Gli agenti sul terrazzo di uno stabile in ristrutturazione, attualmente disabitato, hanno rinvenuto: un fucile a canne mozze calibro 12, 140 cartucce calibro 9, tre giubbotti antiproiettili e due caschi da motociclista con visiera oscurata, ma anche materiale per il confezionamento delle sostanze stupefacenti.Il rinvenimento di caschi oscurati, giubbotti antiproiettili fa ritenere agli investigatori che il clan si stava preparando a effettuare un agguato. La presenza di materiale per il confezionamento di dosi di droga è, invece, la conferma che sia il clan CONTE sia il clan CIPRIANO fanno dello spaccio la prima fonte di sostentamento delle proprie organizzazioni criminali, al pari delle estorsioni a commercianti e imprenditori.Il contrasto a tali attività delinquenziali aveva, nel luglio scorso, nell’ambito dell’operazione denominata “Silos”, portato in carcere undici pericolosi esponenti del clan CIPRIANO per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Nella circostanza era stato smantellato un vero e proprio bazar all’aperto di spaccio di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti.Non meno colpito fu il clan CONTE. Nel mese successivo, ad agosto, nel corso di una mirata perquisizione gli agenti avevano sequestrato sei pistole semiautomatiche di vario calibro, un fucile semiautomatico, un’arma da sparo calibro 22 a forma di penna stilografica, oltre 600 cartucce di vario calibro, ma anche mezzo chilo di cocaina, un chilo di hashish e tre chili di marijuana. Custode di questo arsenale e del deposito di droga era ANNA PALMA RICCIARDI, 28 anni, incensurata e all’epoca dell’arresto in stato di gravidanza.A conferma della spregiudicatezza dei metodi criminali che il clan CONTE adottava, utilizzando persino una donna incinta e incensurata, quindi un’insospettabile, per custodire il proprio patrimonio di armi e droga.Inoltre, quando gli agenti, sempre nell’agosto scorso, hanno fatto irruzione nell’appartamento del boss, arrestato in esecuzione di un provvedimento cautelare, sequestrarono sistemi sofisticatissimi di video-sorveglianza. In una stanza vi era una sorta di cabina-regia dalla quale attraverso i monitor il boss controllava non solo l’ingresso della sua casa, ma l’intera strada.Una particolare cautela che dimostra quanto lo stesso CONTE temesse per la sua vita l’estate scorsa che a Bitonto fu particolarmente sanguinosa: nel giro di pochi giorni persero la vita due pregiudicati appartenenti ai clan rivali, MICHELE ELIA e MICHELE CIPRIANO.Risale, invece, ad ottobre scorso l’arresto di COSIMO MODUGNO, 30 anni, anche lui come SURRIANO, considerato uno degli esponenti di spicco del clan CONTE. Secondo le indagini della Procura Antimafia di Bari e della Polizia di Stato il Modugno è ritenuto il responsabile di estorsioni a danno di commercianti locali effettuate con la minaccia delle armi.Infine, sempre nell’ambito di azioni di contrasto finalizzate non alla semplice e sola repressione, ma intese a prevenire i fenomeni criminali nella città e a instaurare un clima di legalità, la Questura di Bari ha chiuso alcuni esercizi commerciali ritenuti punti di ritrovo dei criminali locali. Ai titolari delle licenze è stato notificato un provvedimento di sospensione della stessa.