Cosa sta succedendo alla Banca della Valle d’Itria?
Sono stati tutti licenziati, dai direttori ai cassieri
La notizia è un temporale a ciel sereno. Tutti gli impiegati della Banca Della Valle d’Itria di Martina Franca hanno ricevuto la lettera di licenziamento. Come ricorderete, quasi un anno fa e precisamente il I ottobre dello scorso anno, con decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, la Banca Popolare Valle d’Itria e Magna Grecia S.c.p.A., con sede legale in Martina Franca era stata sottoposta alla procedura di amministrazione straordinaria. Con provvedimento della Banca d’Italia del 14 ottobre, in luogo dei disciolti organi amministrativi e di controllo, erano stati nominati, quali Commissari straordinari, il sig. Mauro Petrangelo e il dott. Giuseppe Tammaccaro, e, quali componenti il Comitato di sorveglianza, il prof. avv. Francesco De Santis. la dott.ssa Simonetta Di Simone e il dott. Antonio Nigrelli. La banca ha proseguito regolarmente la propria attività fino ad oggi. Più volte si è parlato di trasbordo ad un altro Istituto di Credito. Le voci parlano di una possibile acquisizione da parte della Veneto Banca, un istituto cooperativo per azioni, con sede a Montebelluna, in provincia di Treviso.
La notizia dei licenziamenti appare piuttosto strana, nel caso di trasbordo ad altro istituto di credito, solitamente tutto il personale viene assorbito, a meno che non sia una manovra speculativa da parte di chi subentra ai danni dei soci e dei dipendenti per pagare di meno.
La banca della Valle d’Itria, conta circa 2000 soci, per lo più con limitatissime quote, è fu costituita per iniziativa dell’ex senatore Semeraro, che aveva puntato alla realizzazione di un istituto di credito capace di diventare un riferimento per il territorio, per la sua gente e per chi non aveva l’opportunità di realizzarsi a causa mancanza di denaro. L’apertura dello sportello di Martina Franca, poi di un punto a Taranto ed un altro a Ceglie Messapica, sembrava i primi passi di una crescita difficile. Ma così non è stato. Tant’è che la Banca d’Italia aveva già da tempo richiamato l’istituto, prima con pesanti rilievi, poi con ispezioni. Un anno fa era arrivato il commissariamento. Un brutto momento per l’economia e per la stessa immagine del territorio. C’era un solo precedente negli ultimi anni nella provincia di Taranto: il commissariamento della Cassa rurale di Pulsano, poi assorbita dalla Banca del Salento. Qualche mese fa, il Presidente Nazionale di Utelit Consum Rocco Monaco aveva inviato una lettera ai Commissari della Banca Popolare della Vale D’Itria di Martina Franca e alla Banca D’Italia, dopo le numerose e preoccupate richieste di informazioni da parte di correntisti e risparmiatori giunte nella sede nazionale dell’Associazione a Martina Franca, la stessa città della Banca. Il presidente Rocco Monaco temeva che il Decreto potesse nascondere altro, come ad esempio gravi irregolarità che allarmavano i consumatori, in particolare i piccoli soci. A preoccupare era soprattutto il surreale silenzio su quanto stesse accadendo. Utelit denunciava pubblicamente la mancanza di informazioni sulle cause alla base dell’intervento della Banca d’Italia e chiedeva notizie che potessero rassicurare gli stessi investitori. Anche dopo la richiesta di Utelit c’è stato un assoluto silenzio. Dal primo ottobre rimarranno solamente tre dipendenti in banca, pur facenti parte dei licenziati, fino alla fine di ottobre. Il sogno di una banca tutta della Valle d’ Itria sta per svanire, speriamo che i soci, oltre che cornuti, non vengano anche mazziati, come recita il famoso proverbio.
Antonio Rubino