Ostuni: Nuovo colpo alla criminalità cittadina
Il 24 aprile 2010, nell’ottica di un sempre maggiore controllo del territorio e di prevenzione e repressione di fatti criminosi, personale di questo Ufficio ha proceduto all’arresto, in flagranza, di F. O., di anni 46, pregiudicato locale, ritenuto responsabile dei delitti di testata estorsione nei confronti dei fratelli N.G. e N.L., rispettivamente di anni 55 e 53, contitolari dell’esercizio pubblico “Bar Royal”, sito in questo Corso Mazzini, nonché di lesioni aggravate in pregiudizio dello stesso N.L. In particolare, intorno alle ore 07,30 odierne, personale del Commissariato si è precipitato presso il suddetto locale pubblico, ove era stata segnalata una violenta aggressione posta in essere da un energumeno, immediatamente identificato dagli Operanti in F. O., ai danni di N.L. che, in quel momento era addetto alla somministrazione di alimenti e bevande al pubblico.
In effetti, il tempestivo intervento dei poliziotti, ha consentito di cristallizzare la scena del crimine e, quindi, acquisire elementi e dettagli grazie ai quali è stato possibile ricostruire la dinamica della vicenda, all’esito della quale sia F. O., sia N. L., hanno riportato lesioni (rispettivamente, gg. 10 e 5 s.c.). In particolare, è stato accertato che F.O., già circa 30 giorni orsono, si era presentato nel bar (assieme ad altre due persone in corso di identificazione) ed aveva preteso da N.G. denaro in cambio della propria protezione, che si ostinava ad imporre ad ogni costo all’imprenditore, sia con riferimento alla garanzia di incolumità delle persone, dello stesso locale pubblico. In aggiunta a detta esplicita richiesta estorsiva, F.O. aveva anche preteso di consumare merce senza versare il corrispettivo in danaro; in effetti, si era allontanato senza pagare le consumazioni sua e dei suoi accompagnatori. Questa mattina, intorno alle ore 07,30, F. O. si era presentato nello stesso bar unitamente ad altre due persone (l’altro pregiudicato C. L., di recente scarcerato perché condannato per gravi reati contro la persona e S.G., di anni 23, incensurato). Ancor prima di consumare, F.O. avrebbe rivolto a N. L. frasi sibilline di particolare compiacimento rispetto al buono stato dell’allestimento del locale, facendo così immediatamente riaffiorare in quest’ultimo sia la richiesta estorsiva precedentemente e chiaramente già rivolta dal medesimo a suo fratello (che, ovviamente, lo aveva informato della stessa), sia il timore di subire danni alle strutture del locale preso di mira da F. O.
In tale contesto, ma con qualche titubanza e a malincuore, N. L. avrebbe anche accettato di stringere la mano che F.O. oggi gli aveva allungato mentre si proponeva con le predette frasi dal contenuto metaforico.
Probabilmente perchè contrariato e stizzito dall’atteggiamento fermo e deciso dell’interlocutore, improvvisamente, F. O. ha lanciato contro il viso di N. L. uno dei piattini sui quali il barista si accingeva a servire le consumazioni, anche alcoliche, richiestegli; tuttavia, nonostante colpito al volto da un piattino, N. L. non aveva inteso assecondare la provocazione, per cui era rimasto inerte. A tal punto, un secondo piattino lanciato dallo stesso F. O. ha colpito il barista N. L. alla testa, provocandogli una ferita lacero-contusa, con evidente ed abbondante perdita di sangue.
In un crescendo di violenza, quindi, F.O. continuava, imperterrito, nella sua condotta lanciando contro il barista che si trovava dietro il bancone la zuccheriera ed altri oggetti; non soddisfatto, aveva l’ardire di girare addirittura dietro il banco di mescita, scaraventando in terra N. L., appropriandosi, con forza, della leva erogatrice della macchina del caffè (metallica), con l’intento di colpire l’antagonista che continuava a non accettare i suoi soprusi. Tuttavia, attesa la concitazione del momento, F.O. perdeva il possesso della citata leva, che, finita al suolo, veniva recuperata da N.L.
Il barista, che rimasto per terra, continuava ad essere ripetutamente colpito con calci e pugni, nel brandire la predetta leva allo scopo di liberarsi dall’”assedio” cui F.O. lo aveva costretto e, a sua volta, colpiva quest’ultimo in varie parti del corpo.
Di seguito, F.O. aveva preso il malcapitato di peso e, tiratolo fuori dal retro del banco di mescita, aveva tentato persino di lanciarlo lungo la scalinata che adduce al piano interrato, ove è allestita la sala giuochi. Solo la forte capacità di resistenza della vittima, ha consentito alla stessa di non subire quest’ennesima, sconsiderata violenza.
In questo frangente si era intromesso C.L. il quale, avendo notato cheF.O., a sua volta, perdeva sangue, aveva fatto in modo da allontanare quest’ultimo. Proprio in tale contesto, erano giunte le prime unità del Commissariato di Ostuni, i cui agenti avevano immediatamente congelato gli elementi essenziali per la ricostruzione dei fatti, nonché individuate le persone che sono state successivamente interrogate.
Ala luce di quanto precede, F.O.è stato dichiarato in arresto (perché ritenuto responsabile di tentata estorsione e lesioni aggravate) ed associato alla Casa Circondariale di Brindisi, a disposizione del P,M. di Turno, dott. ssa Adele FERRARO, tempestivamente avvertita dell’accaduto.
C.L. è stato denunciato, in stato di libertà, perché ritenuto responsabile di favoreggiamento personale. In particolare, C.L., notoriamente uomo di fiducia di F.O.si dimostrava completamente reticente negando di essere stato presente ai fatti in narrativa, e adducendo di essere intervenuto in soccorso del F.O. allorquando il predetto lo aveva chiamato telefonicamente, con richiesta di soccorso, asserendo di essere scivolato per terra e di aver battuto la testa.