Lecce – Presunti favori nell’assegnazione delle case popolari. 46 indagati, tra cui il sindaco Perrone. “Sono tranquillo e fiducioso”
Una scelta di assegnazione delle case popolari di Lecce attuata con presunti criteri poco trasparenti. E’ questa la bufera che sta imperversando nel capoluogo salentino all’alba della richiesta di proroga delle indagini preliminari nell’ambito dell’inchiesta aperta sulle case popolari avviata a seguito di una denuncia del Pd nel 2012. 46 persone, tra cui il sindaco uscente Paolo Perrone, l’ex sindaca Adriana Poli Bortone, dirigenti del Comune e molti residenti delle case popolari, sarebbero attualmente indagate. I reati ipotizzati sono quelli di falso, abuso d’ufficio, omissione di atti d’ufficio e invasione di edifici.
L’ipotesi investigativa – che sarebbe tutta ancora da accertare- sarebbe quella dell’assegnazione delle case popolari, si parlerebbe di almeno 28 appartamenti, a persone che non rispettavano gli adeguati requisiti, attraverso presunte forzature e favoritismi.
“Ho sempre amministrato la mia città seguendo tre stelle polari: la mia coscienza, il bene dei miei concittadini, la legge- dice il sindaco Paolo Perrone- E così ho fatto anche in questo caso. Pertanto sono tranquillo, e fiducioso aspetto gli esiti di un’indagine necessaria a dimostrare appunto l’assoluta trasparenza del mio operato. Scegliendo di fare il sindaco, sapevo di correre rischi di questo tipo; d’altronde non posso assolutamente consentire che un’amministrazione che ha prodotto tanti risultati per Lecce possa essere offuscata dalla benché minima ombra. Sereno attendo quindi che gli inquirenti facciano piena luce sulla vicenda.”