Fiera del Levante: Aldo Pugliese (UIL) attacca la gestione della campionaria
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato pervenutoci dalla UIL Puglia e di Bari:
“Non bastavano i passi indietro dal punto di vista qualitativo, con il ritorno al formato ‘fiera di paese’, con tanto di giostrine e bancarelle. Ora ecco il dietrofront della Regione Puglia, che gioca a rimpiattino di responsabilità con la Provincia, mettendo a repentaglio gli stipendi di tanti lavoratori della Fiera del Levante”.
E’ il giudizio di Aldo Pugliese, Segretario generale della UIL di Puglia e di Bari-Bat, secondo il quale “la verità di tutta questa assurda vicenda è un’altra, ovvero un’operazione di speculazione edilizia che ha come protagonisti gli appetibili terreni della Fiera e che ha come finale già scritto la morte di una campionaria che fino a qualche tempo addietro era seconda solo a quella di Milano, che avrebbe potenzialità per affermarsi a livello nazionale e internazionale, ma che invece si limita a sopravvivere – e male – in balia degli eventi”.
“Abbiamo sottoposto in più frangenti al governo regionale, al Consiglio regionale e a tutti i soci della Fiera del Levante – ricorda Pugliese – un piano di salvataggio dettagliato, stilato grazie alla consulenza di esperti del settore. Ma, ovviamente, non è mai stato preso in considerazione, nonostante le firme raccolte a sostegno dello stesso, evidentemente perché non sussiste alcun interesse di salvare le sorti della Fiera e men che meno di rilanciarla dal punto di vista commerciale e dell’immagine. Piuttosto, si preferisce portarla a morte sicura, per poi agire per vie traverse”.
“Abbiamo avanzato – spiega Pugliese – una proposta a costo zero. Innanzitutto occorrerebbe liberare il campo dall’ingombrante debito fin qui accumulato che, se fosse appena ridotto del 20-30 per cento, continuerebbe a far da zavorra ad un Ente che, a parole, si dice di voler rilanciare. Unico soggetto in grado di realizzare questa operazione sembra essere la Regione Puglia, che potrebbe contrarre o garantire un mutuo per la copertura dell’intera esposizione debitoria (preventivamente ed opportunamente verificata) da estinguere in un arco di tempo (25-30 anni) che comporti una rata annua inferiore al milione di euro. Quale contropartita la Regione otterrebbe la concessione almeno trentennale di tutta la parte del quartiere fieristico non destinata a ospitare manifestazioni fieristiche con facoltà (regolamentata) di modificare, edificare e locare. Lì abbandonando lo strumento del comodato gratuito, potrebbe allocare tutte le attività non istituzionali ad essa riconducibili, con precedenza ed obbligo per quelle culturali, in modo da costituire, dall’altra parte della città rispetto alla nuova sede di Japigia, un polo fortemente caratterizzato, in grado di ‘calamitare’ anche altre iniziative disperse nel territorio cittadino: gallerie, musei, teatri, mediateche”.
La stessa Regione potrebbe poi orientare l’insediamento nel “quartiere artistico” di istituzioni come l’Accademia BBAA ancora allocata in locali inidonei al “modico” costo di 600.000,00 euro all’anno.
“Una gestione unitaria ed autorevole dell’intera zona non destinata ad attività fieristiche – prosegue Pugliese – consentirebbe inoltre la certezza della copertura della rata annua del mutuo e la preservazione di una omogeneità delle attività insediate, con la conseguente valorizzazione del “quartiere” che, affidato a persone esperte e lungimiranti, attraverso un bando pubblico a scala internazionale, potrebbe costituire l’embrione per il recupero e lo sviluppo delle aree e degli immobili che circondano la stessa Fiera (ex Inail – Stadio, ecc.) secondo un progetto di respiro internazionale. Sistemato il debito e determinato l’utilizzatore “pubblico” del quartiere non fieristico con l’impegno della sola Regione Puglia, i soci dovrebbero “provvedere alla ricapitalizzazione dell’Ente con un versamento complessivo di 3 milioni di euro ed all’aumento del contributo ordinario da 220.000 a 330.000 euro all’anno”.
Quanto poi alle attività fieristiche, per non lasciarle in gran parte alla totale discrezione di coloro che avranno “a manifestare interesse” per la loro organizzazione, escludendo qualsiasi coinvolgimento e partecipazione del “territorio”, “sarebbe opportuno che la FdL faccia redigere da esperti del settore, entro il mese in corso, un progetto preliminare per le attività da realizzare per sottoporlo, nei successivi 30 giorni, alla valutazione, discussione ed eventuale integrazione da parte di tutte le Istituzioni ed Organizzazioni interessate. Il progetto definitivo, redatto entro il 30 settembre, potrà così riportare punti fermi e linee guida condivisi per la formulazione di un “calendario delle manifestazioni fieristiche della FdL”.
Infine, il personale. “Occorrerebbe – conclude Pugliese – innanzitutto definire in maniera certa il numero degli eventuali pensionamenti, delle mobilità e delle diverse collocazioni assentite. Quindi, definito il nuovo organico dell’Ente, l’eventuale personale in esubero, appositamente formato e riqualificato, andrebbe distaccato presso una società strumentale di FdL per la fornitura, obbligatoria, di alcuni servizi ai Concessionari del “quartiere fieristico” e del “quartiere artistico”.