Melucci: «Il San Cataldo non può essere una cattedrale nel deserto”
Dal 2017 al 2021 la giunta comunale ha varato all’incirca 1700 provvedimenti e quasi 150 tra protocolli di intesa e altre convenzioni, insieme all’avvio di decine di cantieri ed eventi di grande livello, il tutto orientato ad un nuovo modello di sviluppo per Taranto, alla transizione giusta e al “Green City Accord” europei, al rilancio culturale, dei servizi pubblici e della qualità della vita, alla creazione di una vera e propria “smart city”. In sostanza ciò che è ormai noto come piano “Ecosistema Taranto”. E dall’atto del suo reinsediamento, ugualmente sostenuto è stato il ritmo delle iniziative dell’amministrazione Melucci II.
La vicenda del sottocomparto 32 è emblematica. Non una parola mai sull’ex Ilva, non un contributo mai sul piano urbano della mobilità sostenibile, non una idea mai per i nostri giovani, le famiglie o le imprese, non un sostegno mai agli sforzi istituzionali che si stanno compiendo in tema di università, sanità o lavoro. Si individua solo di tanto in tanto un obiettivo di sviluppo tracciato dall’amministrazione comunale e si specula, si distorce la realtà, si invadono i social media di negatività che danneggiano l’immagine stessa della città.
Il sindaco Melucci dichiara che,
frazionare il sottocomparto 32 non equivale già a rifunzionalizzarlo per usi commerciali e nemmeno semplicemente residenziali, né espone a consumo di suolo indiscriminato. Questa è l’amministrazione comunale che ha reso Taranto la prima città di Puglia per alberature pro capite, che ha realizzato chilometri di piste ciclabili, che sta progettando le brt elettriche e la “green belt”, che ha eseguito una ordinanza coraggiosa sull’area a caldo dello stabilimento siderurgico, che ha trasformato la città in destinazione turistica di eccellenza, che ha sostenuto il commercio di vicinato con decine di festival e interventi massivi di decoro urbano, andrebbe sempre rammentato con un minimo di onestà intellettuale.
Frazionare il sottocomparto 32 consentirà l’insediamento di rsa, laboratori, foresterie ed alberghi, tutti quei servizi di supporto agli operatori della filiera sanitaria, agli studenti del Dipartimento Biomedico ed alla utenza del San Cataldo, che spesso arriverà da fuori della provincia di Taranto o addirittura della regione Puglia. Servirà probabilmente ad evitare anche la speculazione finanziaria di pochi proprietari terrieri.
È per tutti questi motivi che l’iniziativa del sottocomparto 32 ed il pug sono stati inseriti nel piano “Ecosistema Taranto”, e persino nel programma elettorale della coalizione progressista che i cittadini hanno premiato alla recente tornata amministrativa.